Filippo II di Spagna

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Filippo d'Asburgo (Valladolid, 21 maggio 1527 – San Lorenzo de El Escorial, 13 settembre 1598), noto anche come Filippo il Prudente, dal 1556 alla sua morte fu re di Spagna come Filippo II, re del Portogallo e Algarve (dal 1581) re di Sicilia, re di Sardegna, re di Napoli (dal 1554) come Filippo I e duca di Milano (dal 1540). Fu anche re consorte d'Inghilterra dal 1554 al 1558. 

Sotto Filippo II, la Spagna raggiunse l'apice della sua potenza, ma nonostante l'enorme rivolo di ricchezze proveniente dall'immenso impero coloniale, non fu in grado di sopprimere il protestantesimo, di reprimere la ribellione olandese o di restaurare il cattolicesimo in Inghilterra. Tale politica estera fu certamente ispirata da un forte zelo religioso che lo portava a considerare la difesa dell'ortodossia cattolica come uno dei suoi principali obbiettivi secondo il principio del cuius regio, eius religio. Per tale motivo adottò un approccio estremamente rigido nei confronti dei ribelli, da lui assimilati ai turchi ottomani, riuscendo peraltro a impedire la diffusione del protestantesimo nei suoi domini in Italia e Spagna e a restaurarlo nelle Fiandre meridionali, l'odierno Belgio.

Altrettanto importante fu la sua lotta senza quartiere per la difesa del Mediterraneo dal dominio turco di cui la Battaglia di Lepanto del 1571 ne fu il più fulgido esempio insieme agli aiuti da lui forniti sei anni prima ai maltesi nel Grande assedio di Malta. In politica interna cercò con ogni mezzo di garantire attraverso la fede l'unità del suo vasto impero e a tale scopo intensificò l'operato dell'Inquisizione spagnola, proibì agli studenti lo studio in paesi stranieri o tramite libri vietati dalla censura, fece incarcerare per 17 anni l'arcivescovo di Toledo Bartolomé Carranza per la pubblicazione di alcuni suoi scritti, giudicati dal re, come eccessivamente vicini all'eresia.

Filippo II fu il più potente monarca europeo in un'epoca di conflitti e guerre religiose, l'unico dotato di risorse tali da poter mantenere un notevole esercito professionale e anche alla luce di ciò la sua figura è divenuta un controverso argomento storico. Infatti, come fanno notare alcuni studiosi, anche prima della sua morte, i suoi sostenitori avevano cominciato a tessere un'immagine del re gentiluomo, ricco di virtù e animato da una sincera pietà cristiana, quanto i nemici lo avevano dipinto come un mostro fanatico e dispotico.

Tale immagine nei secoli si sviluppò ulteriormente fino a creare una vera e propria dicotomia tra la Leggenda Nera e la Leggenda Bianca spagnola di cui lo stesso Filippo fu in parte responsabile poiché vietò ogni racconto biografico e comandò alla sua morte di bruciare la sua corrispondenza impedendo qualunque investigazione nella sua vita privata. Inoltre, il re rifiutò di difendersi dalle accuse lanciate dal suo segretario infedele Antonio Pérez il quale pubblicò e fece diffondere una serie di calunnie sulla figura del suo antico padrone di cui solo recentemente si è potuto affermare la tendenziosità in particolar modo sull'assassino di Escobedo.

In questo modo, l'immagine popolare del re, che sopravvive tuttora, fu creata alla vigilia della sua morte in un momento in cui, essendo la Spagna, un pilastro della Controriforma, molti principi e leader religiosi europei ne erano i nemici influenzando non poco il giudizio postumo sul monarca. Infatti, generalmente, la società anglo americana, principale avversario del re, mantenne un'opinione estremamente negativa sul conto di Filippo II di cui l'opera di James Johnnot Ten Great Events in History (1887) fu un esempio per la descrizione del sovrano come "vano, bigotto, ambizioso (...), senza scrupoli nella ricerca dei mezzi" e che " vietando la libertà di pensiero, pose fine al progresso intellettuale del suo paese".

Tuttavia, altri storici tesero a classificare quest'analisi come parte della leggenda nera e più di recente la sua opera fu in parte rivalutata, come dimostra il ritratto del re nel film Elisabetta d'Inghilterra del 1937 che, pur con molte ombre, sottolinea il suo carattere di sovrano zelante, intelligente, religioso con una preoccupazione sempre fissa per il suo paese ma privo di qualunque altro interesse verso gli altri contendenti, aspetto sottolineato dal fatto che Filippo II non aveva alcuna conoscenza dell'inglese sebbene fosse stato re consorte d'Inghilterra con Maria Tudor.



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