Natoli Giuseppe

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Giuseppe Natoli Gongora, barone di Scaliti, patrizio di Messina (Messina, 9 giugno 1815 – Messina, 25 settembre 1867), è stato un politico, patriota e accademico italiano, ministro del Regno d'Italia.

Il nonno Bartolomeo fu senatore cittadino e proconsole di Messina. Barone di Scaliti, grande ufficiale dell'Ordine Mauriziano e gran cordone dell'Ordine al merito civile e militare di San Marino, sposò Maria Cardile, da cui nel 1846 ebbe il suo unico figlio, Giacomo. Monumento a Giuseppe Natoli, opera dello scultore Lio Gangeri Studiò filosofia per laurearsi poi in giurisprudenza a 22 anni all'Università di Palermo, dove divenne professore di diritto civile e procedura. Rifiutò la carica di giudice per non dover lavorare alle dipendenze dello Stato borbonico. Avvocato, giurista e banchiere, massone (fu Gran maestro aggiunto della massoneria del Grande Oriente d'Italia) ed esponente del liberalismo siciliano, entrò nel circolo intellettuale e politico di Francesco De Luca. Partecipò alla Rivoluzione siciliana del 1848 e fu eletto deputato di Messina al neocostituito Parlamento siciliano insieme a Giuseppe La Farina. Dopo la capitolazione siciliana (15 maggio 1849), riparò a Torino. Nel 1853, fu tra i finanziatori della Banca Nazionale degli Stati Sardi. Finanziò inoltre i fratelli Orlando per la realizzazione degli omonimi cantieri navali in Liguria. In quegli anni furono frequenti i suoi incontri, a Parigi e Milano, con il compositore Giuseppe Verdi. Collaborò con Giacomo Macrì alla realizzazione di una rete di cospiratori nell'isola e sostenne attivamente la campagna di Garibaldi in Sicilia, entrando anche a far parte del suo governo dittatoriale il 27 giugno 1860 (dopo le dimissioni di Francesco Crispi) come segretario di stato per gli Affari Esteri e per il Commercio in sostituzione del barone Casimiro Pisani, fino al 10 luglio


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