Capitelli Domenico

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Nel 1837 il Capitelli fu nominato giudice di Gran Corte criminale presso il tribunale di Noto in Sicilia, ma egli, con spirito polemico e coerenza politica, rifiutò l'incarico. Accettò invece quello di ispettore degli asili infantili, costituiti nel maggio 1841, dato il carattere sociale ed altamente umanitario dell'opera. Il 9 giugno 1846 fu nominato membro della Camera di disciplina dell'Ordine degli avvocati di Napoli. Ma soltanto nel 1848, in seguito alle mutate condizioni storiche, il Capitelli, esponente del partito costituzionale, poté affacciarsi autorevolmente nella vita politica. Venne eletto deputato in Terra di Lavoro con la maggioranza assoluta dei voti di quella provincia; ed optò per questo mandato nonostante fosse stato eletto anche nella provincia di Napoli al primo scrutinio. Riunitosi il Parlamento, il Capitelli, che in precedenza aveva rifiutato ogni incarico di governo, fu eletto a larga maggioranza presidente dell'assemblea l'8 luglio 1848. In un clima di progressiva tensione politica con il governo, che fedelmente seguiva le direttive regie di restaurazione e di graduale esautoramento dei poteri dell'assemblea, egli tenne questa carica fino al 13 marzo 1849 allorché lesse dinanzi ai deputati il decreto reale di scioglimento della Camera. Coinvolto in un processo politico, il Capitelli fu alla fine compreso in un decreto di amnistia, ma costretto a ritirarsi dalla vita pubblica. Mantenne solo l'incarico di membro della Camera di disciplina degli avvocati, che pure lasciò quando gli fu chiesto di prestare giuramento in contraddizione con quello prestato allo Statuto del 1848. 


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