Faldella Giovanni

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Giovanni Faldella (Saluggia, 26 settembre 1846 – Vercelli, 14 aprile 1928) è stato uno scrittore, giornalista e politico italiano.

Giovanni Faldella nacque nella famiglia benestante di Francesco Faldella, medico e più volte sindaco di Saluggia, e di Benedetta Barberis. Dopo gli studi liceali conclusi a Vercelli, frequentò la facoltà di giurisprudenza nell'Università di Torino, laureandosi il 10 giugno 1868, ed esercitando per qualche anno la professione di avvocato nello studio legale di Luigi Ferraris (deputato e, dal 1878, sindaco di Torino). Ancora studente, aveva intanto scritto dei versi e alcune commedie, tra le quali Un bacan spiritual, tre atti in dialetto torinese, e si era iscritto al circolo letterario «Dante Alighieri», del quale facevano parte, tra gli altri, Giovanni Camerana, Giuseppe Giacosa e Roberto Sacchetti. Fu poi tra i fondatori, il 3 gennaio 1869, de Il Velocipede, una rivista politico-letteraria dalla breve vita (cessò le pubblicazioni l'anno dopo). Il Faldella fu allora chiamato nella magistratura torinese quale sostituto procuratore e, nel 1871, tornò nella città natale a esercitare la professione legale.
Nel 1872 fu eletto nel Consiglio provinciale di Novara, carica che mantenne fino al 1908. Nel 1873 fu incaricato dalla Gazzetta piemontese di Vittorio Bersezio di seguire l'Esposizione internazionale di Vienna: le sue cronache, apparse nel quotidiano torinese dal luglio al dicembre 1873, furono stampate l'anno dopo con il titolo A Vienna. Gita con il lapis. Il libro fu notato e lodato, con qualche critica, dal Carducci, che scrisse al Faldella che egli «aggruppa, condensa, epigrammeggia un po' troppo: certe sue pagine paiono cataloghi di bei motti, o di eleganze classiche, o di ardiri popolareschi. Ma molte altre sono miniate, disegnate, scolpite, tornite, finite, come io vorrei che fosse sempre la imaginosa e giovenil prosa italiana».Alla collaborazione a Rivista minima di Salvatore Farina e a Serate italiane, rivista del quale fu uno dei fondatori nel 1874, unì la composizione di diversi racconti, una raccolta dei quali fu pubblicata nel 1875 con il titolo di Figurine, serie di bozzetti della realtà della provincia italiana, profili freschi e vivaci scritti in un linguaggio a metà strada tra il dialettale ed il purismo. che fecero ancora scrivere al Carducci che Faldella era «il più potente e vero rappresentatore del vero nella odierna prosa narrativa, descrittiva e di fantasia. Sol che volesse guardarsi da certe esagerazioni di maniera, certe peregrinità preziose»


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