Busca Ignazio

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Ignazio Busca (Milano, 31 agosto 1731 – Roma, 12 agosto 1803) è stato un cardinale ed un nobiluomo, per breve tempo segretario di stato della Santa Sede. 

Venne nominato segretario di stato da Pio VI nel 1796 in sostituzione del cardinale spagnolo Zelada, formalmente dimessosi per motivi di salute ed a causa dell'età avanzata, in realtà per riportare il nucleo del governo pontificio nelle mani di un cardinale italiano quale era appunto il Busca. Quest'ultimo, appartenente ad una delle più importanti famiglie aristocratiche della Lombardia austriaca, aveva stretti legami con l'Austria, motivo di più per il pontefice per eleggerlo a proprio segretario di stato visti i tempi che richiedevano una forte presa di posizione del papato vicino all'Impero.

Poco dopo la sua elezione, il Busca iniziò subito una fervente attività diplomatica intavolando trattative di pace con la Francia a Firenze, dimostrando quindi di essere uno dei pochi alla corte pontificia a credere ancora possibile una riconciliazione col governo francese rivoluzionario, o perlomeno fu tra quelli convinti che tali concordati fossero utili per guadagnare sufficiente tempo nella speranza di ottenere aiuti esterni, in particolare dall'Austria. Per stringere i tempi e sollecitare la corte di Vienna nell'ottobre del 1796 diede incarico a monsignor Giuseppe Albani di agire in carica di ambasciatore speciale della Santa Sede nella capitale dell'impero. La missione diplomatica promossa dal Busca si dimostrò però un fallimento in quanto l'Austria non era intenzionata a venire in aiuto anche dello Stato Pontificio se non dietro compensazioni territoriali a danno dello stesso territorio papale e addirittura dopo le prime sconfitte militari di quell'anno, l'imperatore limitò il papa a bandire una crociata contro i rivoluzionari.

Napoleone venne ben presto a conoscenza del tentativo dello Stato Pontificio di appoggiarsi in alleanza all'Austria e fu a questo punto che dichiarò nullo il trattato di Firenze e decise di invadere lo stato del papa prima che qualsiasi altra alleanza potesse essere siglata dal pontefice. Ancora una volta il Busca tentò di giungere ad un compromesso che si reificò nel Trattato di Tolentino (19 febbraio 1797) che gli venne praticamente imposto dal Bonaparte con clausole pesanti per lo Stato Pontificio: cessione delle legazioni di Ferrara, Bologna e Romagna alla Francia e rinuncia ad ogni diritto preteso su Avignone e sul Contado Venassino, oltre al pagamento di 30.000.000 di lire di danni di guerra. 

Pur dimessosi da segretario di stato, la figura del Busca come cardinale era rimasta in pericolo e nel 1798, con la formazione della Prima repubblica romana, questi pensò di rifugiarsi nel Regno di Napoli, rimanendo a Palermo sino alla convocazione del conclave tenutosi a Venezia nel 1800 al quale prese parte ma senza rilevanza. 

Rientrato a Roma, fece parte della congregazione incaricata di elaborare un piano per ristabilire a pieno tutte le istituzioni del governo pontificio, entrando contestualmente a far parte come membro delle congregazioni di Propaganda Fide, dei Vescovi e Regolari, Concistoriale, della Consulta, di Loreto, delle Acque, del Sant'Uffizio e del Concilio, divenendo infine Presidente della Sacra Congregazione per il Buon Governo (2 dicembre 1800).

Ignazio Busca morì a Roma il 12 agosto 1803. La sua salma venne esposta nella chiesa romana di Sant'Agostino ove ebbero luogo anche i funerali.


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