Regina Vittoria di Baden

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Vittoria di Baden (nome completo Sophie Marie Viktoria Prinzessin von Baden; Karlsruhe, 7 agosto 1862 – Roma, 4 aprile 1930) nata principessa di Baden divenne regina consorte di Svezia. 

Le nozze di Vittoria e Gustavo si celebrarono il 20 settembre 1881 nella città di Karlsruhe. Nel 1907, alla morte del re Oscar II, Gustavo e Vittoria divennero i nuovi sovrani di Svezia. La Norvegia si era separata della Svezia qualche anno prima, nel 1905.

Dotata di un forte temperamento e apertamente filo-tedesca, la regina Vittoria fu impopolare presso i suoi sudditi, soprattutto durante gli anni della Prima guerra mondiale. Si insinuò che la Regina influenzasse fortemente la politica estera del marito e che volesse promuovere un'alleanza militare tra Svezia e Germania. Effettuò numerosi viaggi nella sua terra natale in piena guerra e, per questo motivo il popolo la accusò di sentirsi più tedesca che svedese.

Nello stesso tempo fu però rispettata per le sue doti personali, che le permisero di affrontare avverse situazioni, come i problemi legati alla salute mentale del suo terzo figlio, dovuti probabilmente alle forti cure somministrate a Vittoria quando era incinta di lui. Mal curata in età giovanile, essa soffriva di bronchiti e, probabilmente, anche di tubercolosi. A causa del freddo clima svedese, fu costretta a trascorrere lunghi periodi in Paesi con temperature più miti. Visse per molto tempo in Italia, interrompendo comunque spesso la sua permanenza per fare ritorno in Svezia a svolgere il suo compito istituzionale.

Oltre a Roma soggiornò a lungo a Baden-Baden e nell'Isola di Mainau. Vittoria fu una donna dotata di talento artistico. Era portata per la pittura, la musica e la fotografia.

Durante la sua infanzia ricevette una eccellente educazione musicale e diventò una grande pianista: era in grado di eseguire L'anello del Nibelungo di Richard Wagner, senza avere la necessità di leggere le note.

Durante i suoi viaggi in Egitto e in Italia, produsse un'estesa opera pittorica e fotografica. Per il suo lavoro fotografico, che fu di grande qualità, ella sperimentò tutte le tecniche del suo tempo.

Vittoria dedicò una parte della sua vita a realizzare opere di beneficenza in Svezia, Germania e Italia, anche in favore degli animali.

Sul finire degli anni venti la sua salute peggiorò, obbligandola a vivere permanentemente in Italia. L'ultima volta che si recò in Svezia fu in occasione del settantesimo compleanno del marito nel 1928. Morì due anni dopo a Villa Svezia, presso Roma, il 4 aprile del 1930.


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