Joseph Fouché, duca di Otranto e conte dell'Impero (Nantes, 31 maggio 1759 – Trieste, 26 dicembre 1820), è stato un politico, rivoluzionario e diplomatico francese, deputato giacobino alla Convenzione Nazionale nel periodo della Rivoluzione francese e acceso Rappresentante in missione con gli hebertisti. Votò la pena di morte per Luigi XVI, e fu attivo nelle repressioni anti-realiste e nella politica di scristianizzazione della Francia durante il Regime del Terrore (1793-1794). Successivamente, temendo di essere giudicato come estremista, entrò nella congiura contro Robespierre ma ebbe posizioni ondivaghe durante il periodo termidoriano, ora vicino ai termidoriani ora ai montagnardi.
Fu poi ministro di polizia durante il Direttorio, il Consolato, l'Impero di Napoleone e la seconda restaurazione sotto il regno di Luigi XVIII, fratello del sovrano decapitato, prima di essere bandito ed esiliato dalla legge contro i regicidi nel 1816, emessa su spinta degli ultrarealisti.
È considerato il fondatore della moderna polizia politica e fu considerato uno spregiudicato fautore di realpolitik e una personalità intrigante ed esponente del trasformismo politico, assieme al suo collega Talleyrand. Con la sua efficiente rete di agenti e spie, egli contribuì a creare un sistema di sicurezza nazionale che fornì da modello per tutti i futuri servizi segreti.
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