Spiegel Julius Hans

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Julius Hans Spiegel nacque a Berlino il 5 giugno 1891. Era figlio del commerciante Louis Spiegel e di sua moglie Martha, figlia del famoso neurologo e sessuologo ebreo Dr. Magnus Hirschfeld.

Julius sembrava essere un bambino del tutto normale ma, purtroppo, ben presto ci si accorse che era sordo e, quindi, gli era impossibile parlare “normalmente”. Per questo i genitori lo mandarono alla Scuola per non udenti nella Elsaesserstrasse. Con il passare del tempo cominciò a dimostrare una spiccata tendenza per la pittura e la danza.
Il 10 dicembre 1913 fu ammesso come studente all’Accademia Reale per le Arti Figurative di Berlino. I suoi professori furono tra gli altri il Prof. Ehrentraut (disegno), il Prof. Bose (disegno del nudo) ed il Prof. Friedrich (disegno degli antichi).
Esonerato dal servizio militare a causa del suo difetto fisico, studiò a Berlino fino al 1917. Per poco tempo soggiornò, durante questo periodo, anche a Bad Zwischenahn. Qui non solo disegnava ma si preoccupava di rallegrare anche i feriti di guerra con la sua danza.
Dal 1918 Julius Hans Spiegel divenne allievo del Prof. Groeber all’Accademia delle Arti di Monaco di Baviera, non abbandonando, però, lo studio della danza con il maestro Terpis.
A Berlino conobbe un principe indiano, il quale lo introdusse alla danza orientale. L’amico indiano alla sua morte gli lasciò, in eredità, i suoi sontuosi abiti e le sue preziose maschere. Spiegel abbandonò, in seguito, quasi completamente, la pittura esibendosi, soprattutto, nei suoi spettacoli di danze rituali orientali. Insuperabile fu il suo modo di esprimere la varietà dei sentimenti attraverso la perfezione dei movimenti.
Tra il 1921 ed il 1925 egli si trattenne per lo più a Roma, dove ottenne molti ingaggi per le sue danze esotiche. Danzò anche a Bruxelles, Amsterdam, Vienna, Monaco, Locarno e, naturalmente, nella sua città natale Berlino presso il Cabaret dei Comici. Nel 1920 Spiegel venne per la prima volta a Capri dove fu subito affascinato dalla straordinaria natura. Trascorsero, però, altri 14 anni prima della usa definitiva sistemazione sull'isola. Scelse quale domicilio la Villa Rubina che era stata la casa della (quasi) Santa Suor Serafina di Dio, al secolo Prudenzia Pisa. Qui egli rallegrava tutti con le sue danze rituali di Giava, Ceylon e della Polinesia, fino a quando una malattia al cuore lo costrinse ad abbandonare la sua passione artistica.

Tra le sue ammiratrici femminili si ricordano Liz Taylor, Lana Turner, Grace Fields, Jennifer Jones e Joan Crawford. Tutti lo conoscevano nella piazzetta, salotto di Capri, stranieri e isolani. Migliaia e migliaia di persone lo hanno visto a Capri con il rosso berretto a punta, i calzini gialli, le scarpe blu, il gilet rosso, gli amuleti al collo ed alla cintura, il borsellino a maglia, la pipa di creta e le magrissime mani ornate di anelli. Moltissimi lo fotografarono.

Durante la Seconda Guerra Mondiale fu deportato dai fascisti in una prigione vicino Napoli, fu però poi liberato. Imprigionato di nuovo dagli americani fu rilasciato perché ritenuto “innocuo”.
In seguito una coppia di tedeschi si occupò di lui e gli fece avere una pensione con la quale riuscì a vivere senza eccessive preoccupazioni.
Ogni mattina gustava al “Gran Caffè” un cappuccino “offerto”. La generosa donatrice ottenne da lui il titolo di “Signora Cappuccino”. Tuttavia le ultime settimane della sua vita furono difficili.
Un infarto lo costrinse a letto. Una famiglia italiana si prese cura di lui fino alla sua fine.
Per molto tempo amici ed ammiratori visitarono ed abbellirono la sua tomba nel cimitero caprese. Egli lasciò molti dei suoi libri in prima edizione, con dediche personali di Gerhard Hauptmann, Rainer Maria Rilke, Thomas Mann, ad una famiglia tedesca. Le sue preziose maschere ed i suoi abiti orientali li lasciò al Museo Etnografico di Monaco di Baviera. Essi sono là custoditi sotto il nome di “Collezione di Spiegel”, si tratta di 63 pezzi d'esposizione. 


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