Veratti Bartolomeo

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Bartolomeo Veratti (Modena, 1809 – Modena, 2 aprile 1889) è stato un giurista, giornalista e filologo italiano, ma viene ricordato soprattutto per il suo importante contributo alla storia delle matematiche.

Nacque a Modena nel 1809, primo degli undici figli di Giambattista Veratti, avvocato e professore di Diritto penale presso l'Università di Modena. Il padre ottenne la carica di presidente del Supremo Tribunale di Giustizia dal duca Francesco IV, ma morì nel 1824, dopo addirittura sette suoi figli. Bartolomeo intraprese la carriera paterna, laureandosi in legge nel 1831: in gioventù si schierò coi legittimisti, convinti sostenitori del duca. La sua "tribuna di propaganda" fu la Voce della Verità, giornale voluto da Francesco IV dopo i moti del '31. Significative queste sue parole, che mostrano la sua forte e salda determinazione alla causa, qualità per le quali fu molto ammirato. « Noi siamo Cattolici: dunque siamo nemici a quelle perverse dottrine che sotto il nome di "liberalismo" muovono guerra alla Chiesa...Noi siamo Cattolici dunque siamo fedeli e soggetti al legittimo governo, non tanto per timore delle leggi quanto per sentimento di religione e di coscienza... Il Cattolicesimo e la legittimità sono i nostri principii, i nostri sentimenti sono per Dio e pel sovrano. » Nel 1835 il fratello Francesco fu arrestato per aver organizzato un complotto e affiliato alla Giovane Italia: riuscì poi ad evadere dal carcere (le guardie erano compiacenti verso la famiglia Veratti), fuggendo all'estero. La famiglia rimase sconvolta da questo evento: la madre morì, e Bartolomeo dimenticò ogni fervore politico e religioso, rimanendo però fedele al Duca. Fu aggregato alla Reale Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Modena nel 1841.
Continuò la sua attività giornalistica, fondando e dirigendo gli Opuscoli Religiosi, Letterari e Morali nel 1857. La rivista prolungava idealmente le Memorie di Religione, di Morale e di Letteratura, fondate e guidate da monsignor Giuseppe Baraldi nei primi decenni del secolo, dopo la morte del quale erano proseguite come Continuazione delle Memorie di Religione, di Morale e di Letteratura. Agli Opuscoli Veratti dette seguito con gli Studi Letterari e Morali. Scrisse saggi in ambito storico, filologico, linguistico, per la quasi totalità reperibili nelle riviste ora citate. Conosceva quasi tutte le lingue europee, assieme al latino, al greco classico e all'ebraico. Fu professore di diritto nell'Università di Modena e presidente del Collegio degli avvocati di Modena fino a quando ne fu rimosso da Farini, con la proclamazione del Regno d'Italia. Morì a Modena nel 1889.


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