Paulucci Filippo

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Filippo Paulucci noto anche come Filipp Osipovic Paulucci  (Modena, 11 settembre 1779 – Nizza Marittima, 25 gennaio 1849) è stato un generale e marchese italiano naturalizzato russo. 

Paulucci operò policitcamente come un "despota illuminato", con la conseguenza che fu estremamente inviso dai suoi diretti subordinati, come i nobili del Baltico e gli ufficiali piemontesi, mentre fu molto apprezzato dal popolo e dalla borghesia, tanto che la sua partenza da Riga fu seguita da espressioni di gratitudine da parte della popolazione.

Il contrasto con i nobili baltici era basato soprattutto sulla loro diversa visione dello stato, finalizzata solo alla conservazione dei loro privilegi feudali per i nobili, ma orientata alla preservazione dell'autocrazia russa da parte di Paulucci, incaricato proprio di questo dalla zar come governatore, quindi i suoi compiti divergevano, in diversi punti rilevanti, dagli interessi della nobiltà. Ciò portò ad un tentativo di cancellazione del suo governatorato dalla storia di Riga da parte della nobilità e della classe dirigente baltica.

Comunque la sua visione politica è espressa chiaramente nel discorso che tenne il 3 luglio 1839 alla Società Economica di Chiavari, in cui sosteneva che la maggior causa dello stato di arretratezza del Piemonte risiedeva "nell'ignoranza del popolo minuto", citando l'economista lettone von Storch che collocava il talento dei produttori di reddito al primo posto fra le cause della ricchezza nazionale. Da questo seguiva che era necessario favorire un'istruzione generalizzata e gratuita degli artigiani, istruzione che, tuttavia relegava all'area tecnica. A questo faceva seguire come requisito per un progresso economico e sociale l'apporto alle attività produttive della parte femminile della popolazione.

Questa sua visione per un apparato statale più orientato al bene comune che al supporto della nobiltà, d'altra parte lo portava ad una visione dello Stato fortemente reazionarie nella politica, ma comunque orientata a limitare il potere dei nobili nei confronti della popolazione.


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