Álvaro de Luna

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Álvaro de Luna y Jarana (Cañete, 1390 circa – Valladolid, 2 giugno 1453) è stato un politico spagnolo, conestabile di Castiglia, Gran Maestro dell'ordine di Santiago e favorito del Re Giovanni II di Castiglia. 

Nel 1431, Álvaro de Luna riprese la guerra contro il Sultanato di Granada e le truppe castigliane, dopo aver occupato Jimena de la Frontera, avanzarono verso la capitale del regno dei Mori, riportarono una vittoria nella battaglia di La Higueruela il 1º luglio del 1431, senza però riuscire a raggiungere Granada.

Nel 1438 l'alta nobiltà, iniziando una ribellione, tornò ad appoggiare gli infanti Giovanni ed Enrico, che rientrarono per l'ultima volta in Castiglia, ripresero il potere e fecero esiliare Álvaro de Luna, nel corso del 1439.

Álvaro però rientrò e riorganizzo la sua fazione e si arrivò allo scontro decisivo, nella prima battaglia di Olmedo del 1445, dove gli infanti d'Aragona furono sconfitti, Enrico venne ferito ad una mano, che andata in gangrena, poco dopo lo portò alla morte, mentre Giovanni, dato che la moglie, Bianca di Navarra, era morta si occupò del regno di Navarra.

Álvaro, dopo la morte dell'infante d'Aragona Enrico, aveva ricevuto la nomina a Gran Maestro dell'ordine di Santiago e tenuto conto che anche la moglie del re Giovanni II, Maria d'Aragona, che era sorella degli infanti d'Aragona, era morta nel 1445, il potere di Álvaro de Luna era arrivato al suo culmine.

Nonostante questa vittoria di Álvaro de Luna, la nobiltà continuò ad ostacolare l'opera del re e del suo conestabile e ben presto trovò un appoggio nella nuova regina di Castiglia, Isabella del Portogallo (1428-1496), figlia di don Giovanni del Portogallo, figlio di Giovanni I del Portogallo, e di Isabella di Braganza.

Dato che la regina, che aveva un notevole ascendente sul re, si schierò col partito dei nobili, forse gelosa del troppo potere del conestabile, Álvaro de Luna cominciò ad avere la vita sempre più difficile, fino a che cadde in disgrazia, poi fu arrestato e incarcerato nel castello di Portillo.

Fu accusato di stregoneria portato davanti ad un consiglio speciale riunito a Valladolid, e processato con l'imputazione di aver tentato di controllare con la stregoneria la mente del re. Alla fine, trovato colpevole, fu condannato a morte e giustiziato, il 2 giugno del 1453.


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