Francesco III d'Este

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Francesco III d'Este (Modena, 2 luglio 1698 – Varese, 22 febbraio 1780) fu duca di Modena e Reggio dal 1737 al 1780, e signore di Varese dal 1765 al 1780.

Figlio del duca Rinaldo d'Este e di Carlotta Felicita di Brunswick-Lüneburg, sposò Carlotta Aglae di Borbone-Orléans (1700 – 1761); rimasto vedovo, sposò con matrimonio morganatico, dapprima Teresa di Castelbarco, vedova Simonetta, poi Renata Teresa d'Harrach, vedova Melzi. Nel 1741 Francesco III concluse il matrimonio del figlio Ercole con Maria Teresa Cybo-Malaspina, erede del Ducato di Massa e Carrara, e così Modena acquistò l'ambìto sbocco al mare. Il governo del ducato[modifica | modifica wikitesto] Per risanare le esauste finanze del Ducato dopo le guerre di successione polacca e austriaca, vendette per 100 000 zecchini i più pregiati quadri della Galleria Estense ad Augusto III Re di Polonia e principe elettore di Sassonia, che li trasferì a Dresda. Si avvicinò sempre più all'Austria, e su suggerimento inglese, nel 1753 combinò il matrimonio della nipote Maria Beatrice Ricciarda (unica discendente del figlio Ercole e di Maria Teresa Cybo-Malaspina) con l'Arciduca Ferdinando d'Asburgo-Lorena, terzogenito di Maria Teresa d'Austria, in cambio della garanzia imperiale sulla sopravvivenza del ducato come entità separata dai domini asburgici. In più, egli ottenne la nomina ad "Amministratore e capitano generale della Lombardia austriaca" fino alla maggiore età dell'arciduca, che avrebbe allora assunto le funzioni di governatore. Uomo accorto ed abile amministratore, il duca si rese conto che la carica che gli era stata conferita aveva solo funzioni onorifiche, sicché si adattò a lasciare le leve effettive del potere a Beltrame Cristiani, plenipotenziario imperiale. Egli cercò comunque nei primi anni di svolgere una politica estera autonoma rispetto a quella viennese, ma il rovesciamento delle alleanze operato nel 1756 gli tolse ogni spazio di manovra. Cercò allora di cogliere il massimo dei vantaggi economici offertigli dalla carica, entrando al tempo stesso in ottimi rapporti con l'aristocrazia lombarda, grazie anche al matrimonio contratto con Teresa di Castelbarco, vedova del conte Antonio Simonetta.


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