Bernari Carlo

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Carlo Bernari, pseudonimo di Carlo Bernard (Napoli, 13 ottobre 1909 – Roma, 22 ottobre 1992), è stato uno scrittore, antifascista e partigiano italiano. 

Nel 1930 lo troviamo a Parigi, attirato dal gran movimento di cultura e arte che agitava all'epoca la capitale francese, con le tante avanguardie e in particolare con il surrealismo di André Breton. Ritornato in Italia sentì l'esigenza di dar voce alle problematiche che provenivano dal mondo operaio e nel 1934 scrisse il romanzo di ampio respiro dal titolo Tre operai dove riuscì, con magistrale perizia, a non cedere alle lusinghe del populismo. L'opera descriveva una classe operaia impossibilitata a condurre una vita dignitosa e in rapporto sempre critico con il potere dominante. A causa degli argomenti in essa trattati, Tre operai assunse per la classe dirigente del tempo un certo sapore di eversione riuscendo ad allarmare Mussolini, tanto da far calare sullo scrittore e sul libro il bavaglio della censura fascista.

Bernari fu anche collaboratore di riviste. Nel 1939 entrò nella redazione del settimanale «Tempo». Dal n. 5 fu redattore capo, succedendo a Indro Montanelli. Si firmò «Carlo Bernard». Scrisse, come tanti altri intellettuali e scrittori, su «Primato», la rivista di Giuseppe Bottai che si pubblicò dal 1940 al 1943.

Dopo alcuni libri anticipatori della letteratura contemporanea (come "Quasi un secolo" del 1943 che, fin dal titolo, ma anche nella struttura narrativa, è il modello di Cent'anni di solitudine di Gabriel García Márquez) e chiusa la parentesi della lotta clandestina al regime, la produzione letteraria del Bernari riprenderà prolifica nel dopoguerra con Speranzella 1949, romanzo neorealista che vincerà nel 1950 il Premio Viareggio.

Coi successivi romanzi "Era l'anno del sole quieto" (1964), "Tanto la rivoluzione non scoppierà" (1974), "Il giorno degli assassinii" (1981), Bernari affronterà temi scottanti sempre in forte e visionario anticipo sui tempi: la questione meridionale viene vista in tutta la sua inestricabilità nel romanzo del 1964 "Era l'anno del sole quieto" proprio mentre veniva inaugurata la Cassa del Mezzogiorno. E mentre il PCI di Berlinguer trionfava alle elezioni politiche, Bernari vedeva il tramonto dell'ideale rivoluzionario attraverso la storia di un intellettuale comunista che, in "Tanto la rivoluzione non scoppierà", si trasforma in una sorta di clown per movimentare le cene dei "comendatur" milanesi. La stagione del terrorismo è alle porte e con "Il giorno degli assassinii" del 1980, romanzo che scatena un putiferio perché partendo dal caso del Mostro di Napoli, un triplice omicidio negli ambienti della Napoli-bene della metà degli anni settanta, contribuisce alla assoluzione del presunto colpevole Domenico Zarrelli. In questa opera Bernari anticipa la connessione terrorismo-Camorra (l'asse BR-Raffaele Cutolo) che rappresentò il completo tradimento e la dissoluzione degli ideali rivoluzionari.

A Roma, dove visse fino alla morte avvenuta nel 1992, Bernari accomunò a quella di scrittore la sua intensa attività di giornalista e di sceneggiatore cinematografico.


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