Gian Galeazzo Visconti

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Gian Galeazzo Visconti, detto Conte di Virtù dal nome di Vertus in Champagne, titolo portato in dote dalla prima moglie Isabella di Valois (Pavia, 16 ottobre 1351 – Melegnano, 3 settembre 1402)

Figlio di Galeazzo II e Bianca di Savoia, fin da giovane diede prova di grande sagacia e di speciali attitudini militari. Dopo un periodo contrassegnato da tensioni fra i vari membri della potente famiglia Visconti, Gian Galeazzo - nipote di Bernabò Signore di Milano - ne assunse il controllo. Egli aveva nominato, nel 1378, proprio capitano generale, quel Jacopo Dal Verme, che gli sarà fedele per i successivi trent'anni. Nel 1380 assecondò Bernabò nella lotta contro i veneziani, e nello stesso anno fu nominato vicario imperiale. Finse dapprima grande amore allo zio e ne sposò la figlia, sua cugina Caterina, ma ben presto fece prigioniero Bernabò con l'inganno e, con un colpo di mano, si impadronì dello stato nel 1387. Ebbe nelle sue mani il potere sulla città lombarda, acquistandosi la benevolenza dei soldati e del popolo permettendo il saccheggio del palazzo e dei tesori di Bernabò. Mirò ad abbattere gli Scaligeri; conquistò Verona e Vicenza e nel 1391 fece guerra ai Carraresi. Assalito dal duca di Bavaria e dal conte di Armagnac, nel 1392 dovette accettare la pace. Negli anni seguenti unificò i vastissimi domini familiari in Lombardia, parte del Piemonte e del Veneto, Emilia e alcune città dell'Italia centrale.

Dopo aver sconfitto la casata dei Pusterla, grandi proprietari terrieri di Milano e dintorni, nel 1394, Gian Galeazzo invia un'ambasciata all'imperatore Venceslao in Boemia. Sceglie quale ambasciatore Fra Pietro Filargo da Candia dell'Ordine di San Francesco, suo parente, molto colto che più tardi diventerà arcivescovo di Milano, cardinale ed infine papa nel 1409 con il nome di Alessandro V. Chiede all'Imperatore di essere elevato al rango di Duca di Milano in cambio di una cospicua somma di denaro.Il 5 settembre 1395 si tenne l'insediamento sul sagrato di Sant'Ambrogio in presenza di Benesio, rappresentante dell'imperatore. Sullo stemma del Ducato appare l'aquila imperiale che più tardi sarà mantenuta anche dagli Sforza.


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