Semeria Giovanni

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Giovanni Semeria (Coldirodi, 26 settembre 1867 – Sparanise, 15 marzo 1931) è stato un oratore e scrittore italiano, uno degli uomini pubblici più in vista del cattolicesimo italiano della prima metà del XX secolo, fondatore della Giovine Orchestra Genovese nel 1912.

Giovanni Semeria nasce nel comune di Colla, che diverrà, in seguito, frazione collinare di Sanremo con il nome di Coldirodi. Il suo cognome era molto diffuso alla Colla e quindi anche la sua famiglia, seguendo una tradizione locale, era distinta dalle altre del paese con un soprannome specifico: veniva chiamata, infatti, "Semeria buon Gesù". Il padre di Giovanni, anche lui Giovanni, soldato dell'esercito italiano, morì qualche mese prima della nascita del figlio a Brescia. Impegnato nella campagna del 1866, contrasse il colera al soccorrere il fratello che se n'era ammalato durante l'epidemia che colpì la bassa bresciana. Prima di morire fece promettere alla moglie, Carolina, di far nascere il figlio al paese natale. Cosa che la donna puntualmente fece. Il suo status di orfano lo condizionerà per tutta la vita, che dedicherà proprio all'assistenza di questa categoria, all'epoca spesso dimenticata. Entra, a 15 anni, nel noviziato dei barnabiti del Carrobiolo a Monza; riceve l'abito religioso l'8 ottobre 1882 ed emette i primi voti il 22 ottobre 1883. Viene poi ordinato sacerdote il 5 aprile 1890, a meno di ventitré anni. Da allora assume, tra i suoi impegni prioritari, la questione dei rapporti tra Stato e Chiesa, il dissidio tra Scienza e Fede, il rinnovamento del Pensiero Cristiano e la causa dei poveri nelle aree depresse del meridione devastate a seguito della Prima guerra mondiale. Esponente del giovane pensiero cristiano, trionfa dai pulpiti delle basiliche romane - non ultima quella di San Lorenzo in Damaso alla Cancelleria (1897) - e la folla si accalca, invade l'abside e i gradini dell'altare maggiore nella speranza di ascoltare colui che sta divenendo uno dei più richiesti e popolari oratori sacri della capitale. Sua usanza è quella di aprire, nei suoi discorsi, alla speranza e ad un rinnovamento che trova non pochi ostacoli nella Chiesa del tempo, ma che farà poi da riferimento per molti giovani e intellettuali di fine Ottocento.


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