Segre Dino - Pitigrilli

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Pitigrilli, pseudonimo di Dino Segre (Saluzzo, 9 maggio 1893 – Torino, 8 maggio 1975), è stato uno scrittore e aforista italiano. Ebbe un grande successo in Italia nel periodo tra le due guerre mondiali. Il suo nome è legato anche all'OVRA, la polizia politica fascista, di cui fu informatore e delatore. 

Oltre che per la sua produzione letteraria, Pitigrilli è noto per essere stato membro dell'OVRA, la polizia segreta dell'Italia fascista, col nome di agente 373.

La sua azione di spionaggio e di delazione portò all'arresto di numerose personalità dell'antifascismo, per lo più torinesi e appartenenti al movimento Giustizia e Libertà. Nel marzo del 1934 Pitigrilli causò l'arresto e l'incarcerazione di Sion Segre Amar, Leone Ginzburg, Giuseppe Levi, Gino Levi Martinoli, Carlo Levi e suo fratello Riccardo, Carlo Mussa Ivaldi, Barbara Allason e altri sette antifascisti.

Il 15 maggio 1935, a seguito di sue nuove accuse, in casa di Gioele Solari vennero arrestati altri appartenenti al gruppo di Giustizia e Libertà e alla redazione della rivista «La Cultura», tra cui Vittorio Foa, Cesare Pavese, Leone Ginzburg, Franco Antonicelli, Carlo Levi, Massimo Mila, Michele Giua e Vindice Cavallera, Giulio Einaudi, Augusto Monti e Piero Martinetti. Fiduciario numero 373 dell'OVRA, Pitigrilli definì la redazione de La Cultura come «un ago calamitato sul quale si raduna tutta la limatura di ferro dell'antifascismo torinese».

Intervistate da Paolo Mieli (Rai Storia), le figlie di Vittorio Foa hanno accusato Pitigrilli di essere membro dell'OVRA. Nel giugno 2016, in un'intervista andata in onda su Rai 1, il figlio di Pitigrilli, Pier Maria Furlan, ha affermato invece che il coinvolgimento del padre nell'OVRA fu il frutto dell'invenzione di un programma radiofonico di Radio Bari del 1945. Radio Bari, nell'ottobre 1943, aveva messo in guardia dal delatore Pitigrilli, "il quale ha già denunciato alle autorità fasciste una cinquantina di persone". Nel luglio 1946, fra i collaboratori dell'OVRA pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, compare il nome Dino Segre. Pitigrilli fa ricorso, ma la Commissione incaricata decreta che la colpevolezza di Pitigrilli è dimostrata "irrefutabilmente".

Esistono e sono state tramandate, tuttavia, le relazioni su celebri esponenti dell'antifascismo torinese, inviate da Dino Segre all'OVRA.


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