Fabbroni Piero

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Piero Fabbroni - Nacque a Verona il 18 nov. 1882 da Paolo e da Costanza Gorghetto. Intrapresi gli studi musicali nella città di origine, sotto la guida di P. Marconi, li proseguì al liceo musicale "B. Marcello" di Venezia, ove, allievo tra l'altro di E. Wolf-Ferrari, frequentò i corsi di violino e composizione. Diplomatosi nel 1908, si dedicò alla direzione orchestrale. Anche il fratello minore Giuseppe seguì le orme del F., diplomandosi in violino e intraprendendo l'attività concertistica.

I due musicisti rimasero legati all'ambiente veneziano e il Fabbroni, uno degli allievi prediletti di E. Wolf-Ferrari, iniziò con il maestro un intenso rapporto di collaborazione. Divenuto uno dei maggiori interpreti dell'opera di Wolf-Ferrari, nel giugno del 1913 diresse al teatro Regio di Parma Le donne curiose, e l'anno dopo la prima italiana de I quatro rusteghi al Lirico di Milano. Risale a quel periodo l'incontro con B. Gigli, che aveva esordito alla Scala nel 1918 col Mefistofele di A. Boito, e con il quale successivamente il F. lavorò di frequente. Mentre il fratello Giuseppe, trasferitosi a New York, si era dedicato dopo una esperienza concerfistica al Metropolitan, all'attività di impresario il F. proseguiva la sua carriera direttoriale.

Nel 1918, in occasione della Festa interalleata, svoltasi alla Scala, eseguì brani tratti dal rossiniano Barbiere di Siviglia. Due anni dopo fu al Filarmonico di Verona, per I maestri cantori di R. Wagner, e sempre nel 1920, questa volta all'Arena, diresse Aida di G. Verdi nonché il Mefistofele di Boito: il ruolo di Margherita fu impersonato da Bianca Scacciati, una delle cantanti predilette dal maestro. 

Nell'aprile del 1921 il Fabbroni tornò a dedicarsi alle opere di Wolf-Ferrari, dirigendo I quatro rusteghi al Comunale di Bologna, al Filarmonico di Verona ed al Regio di Parma. In quest'ultima sede il F. ritornò nella stagione 1924, quale maestro concertatore e direttore de Le donne curiose, Guglielmo Tell di Rossini, La forza del destino di Verdi, Carmen di G. Bizet, Cavalleria rusticana di M. Mascagni e Il carillon magico di R. Pick-Mangiagalli. Nel novembre dello stesso anno si recò a Roma, dove al teatro Costanzi replicò alcuni lavori diretti in precedenza a Parma, producendosi inoltre in Madama Butterfly e Tosca di G. Puccini, nonché ne I pagliacci di R. Leoncavallo. Nello stesso anno fu al teatro Carlo Felice di Genova dove il 28 dicembre andò in scena La Wally di A. Catalani.

Nel febbraio 1925 diresse la prima assoluta de Gli amanti sposi di Wolf-Ferrari, il quale si presentava al pubblico veneziano dopo un periodo di assenza, conseguendo ottimi consensi. Nel marzo successivo il Fabbroni concertò il Boris Godunov di M. Musorgskij, interpretato dal basso Zigmund Zalewski, riscuotendo un buon successo (cfr. la critica su Il Lavoro di Genova). Continuarono intensi, nel frattempo, i contatti tra il F. e il Wolf-Ferrari, che dettero vita a regolari scambi epistolari.

Nel 1929 E. Trentinaglia, già allievo del Fabbroni, presentò al Filarmonico di Verona la sua opera Rosmunda, offrendone la direzione al Fabbroni, con il quale avrebbe avuto in seguito fecondi rapporti di lavoro. Negli anni 1929-30 il F., che aveva trasferito la propria residenza a Milano, svolse un'intensa attività al teatro Petruzzelli di Bari, dove andarono in scena le pucciniane Turandot, Tosca, e La bohème, Aida, ed il Nerone di A. Boito. La critica gli attribuì ampi meriti per il successo di quelle serate.

La fama che il Fabbroni godeva, non solo per le qualità artistiche ma anche per le sue indiscusse capacità organizzative, raggiunse le principali sedi concertistiche italiane. Nell'autunno del 1931 egli fu invitato ad entrare nella segreteria artistica della Scala. L'Ente autonomo del teatro, che si era costituito con un nuovo ordinamento stabile, venne allora composto da una commissione presieduta da E. Trentinaglia, coadiuvato dal F. e da N. Cattozzo, suo collega di studi al liceo musicale di Venezia: successivamente ne fecero parte anche F. Alfano ed A. Pedrollo.

Terminata la quinquennale esperienza presso il celebre teatro, il Fabbroni continuò a dedicarsi all'attività direttoriale, proseguita del resto anche durante quel periodo. Nel 1937 ritornò alla Filarmonica di Verona, per dirigervi il Campiello di Wolf-Ferrari e Madama Butterfly.

Dopo alcune stagioni al teatro Coccia di Novara, il Fabbroni si ritirò dalle scene. Si spense a Milano il 20 genn. 1942.


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