De Sanctis Guglielmo

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Guglielmo De Sanctis - Nacque a Roma l'8 marzo 1829 da Tommaso e da Paolina Mola. Dedicatosi alla pittura, fu ben presto allievo tra i più fedeli del caposcuola del purismo romano, T. Minardi (1842-50); si perfezionò a Perugia (1847 c.) e la sua formazione si concluse con soggiorni di studio a Firenze presso Cesare Marianecci (1851) e a Venezia (Jozzi, 1901).

Nel clima di operosità artistica promosso a Roma da Pio IX nell'ambito della pittura religiosa, il D. cominciò ad affermarsi con la Visitazione destinata alla Guadalupa (1854), Le conferenze di s. Vincenzo de' Paoli, per la chiesa della Ss. Trinità (1855), presso Montecitorio (oggi al coll. Leoniano), e affreschi per S. Paolo (1860: S. Paolo in atto di predicare in sinagogae S. Paolo calato dai discepoli dalle mura di Damasco); a tali commissioni si aggiungono una Predica di s. Francesco di Sales per il duomo di Porto Maurizio, vicina ai modi di Bernardo Celentano, dipinti negli ospedali di S. Spirito e Fatebenefratelli, a Roma, e disegni di soggetto biblico per vetrate di chiese francesi. Più noto nel campo della pittura di storia, nel 1865 eseguì ed espose a Firenze Michelangelo e Francesco Ferrucci (Torino, Museo civico); il dipinto, acquistato dal governo, gli valse il conferimento di onorificenze da parte del re Vittorio Emanuele e la commissione dell'Emanuele Filiberto che mostra l'erede ai contadini nella sala del castello di Rivoli per il Quirinale (ivi conservato), premiato all'esposizione della Società degli amatori e cultori delle belle arti di Roma nel 1874. Alle altre poche opere note di soggetto storico, il Galileo mostra alla Signoria di Venezia l'effetto del telescopio (1867 c.) e la più tarda tela Donna Olimpia Pamphili, inviata all'Esposizione internazionale di Berlino nel 1891 (Roma, Gall. naz. d'arte mod.), si affianca una ben più attiva produzione di ritratti per i quali fu particolarmente apprezzato dai contemporanei.

Ad italiani e stranieri illustri sono dedicate numerose tele a carattere ufficiale, tra le quali si ricordano: nove ritratti donati dall'artista all'Accademia di S. Luca, F. Palizzi, L. Celentano, il Capitano della Guardia Svizzera (nel 1885 donati alla Gall. naz. d'arte mod. di Roma), Umberto e Margherita di Savoia (Roma, Senato), Napoleone Carlo Bonaparte (Roma, Museo napoleonico), Ritratto del commediografo Giacinto Gallina (donato dal D. nel 1897 alla Gall. comunale d'arte moderna di Venezia); frattanto già dal 1848 iniziava con il ritratto di V. Gioberti un Album con disegni di uomini illustri (Roma, Galleria comunale di arte moderna) che si arricchirà fino al 1875 con le effigi di personaggi dell'ambiente artistico, letterario e politico italiano: tra gli altri T. Mamiani, A. Rosmini, N. Tommaseo, P. Selvatico, G. P. Vieusseux, C. Nigra, G. Rossini.

In qualità di inviato del governo italiano fu commissario alle esposizioni di Parma nel 1871, di Milano nel 1872, di Filadelfia nel 1876, di Anversa nel 1885.

Socio di merito dell'Accademia di S. Luca e presidente della Società amatori e cultori delle belle arti, fu uomo di varia cultura, interessato anche alla musica, alla letteratura e alla critica.

Morì a Roma l'8 marzo 1911.


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