Morelli Cosimo

Immagine autore

Cosimo Morelli (Imola, 6 ottobre 1732 – ivi, 26 febbraio 1812) è stato un architetto italiano.

Nella sua vita costruì 40 chiese, tra cui varie cattedrali, undici teatri e palazzi in tutto lo Stato Pontificio. La sua opera fu espressione emblematica del trapasso dal gusto arcadico del tardo barocco a quello più asciutto dello stile neoclassico.

Nel 1759 Morelli si recò a Roma, dove si perfezionò in architettura presso lo studio del marchese Gerolamo Thedoli (progettista del Teatro Argentina).

Dopo aver realizzato i suoi primi lavori, nel 1776 partecipò al concorso per le nuove sagrestie vaticane. Giannangelo Braschi, divenuto Papa Pio VI, lo nominò architetto pontificio.

Cosimo Morelli fu tra i più prolifici architetti dello Stato Pontificio nella seconda metà del Settecento, grazie anche alla capacità di interpretare in maniera rigorosa il gusto estetico dell'epoca. In qualità di architetto pontificio, durante il pontificato di Papa Pio VI (1775-99) costruì, rinnovò ed ingrandì numerosi edifici, civili e religiosi.

La fama che arrise a Cosimo Morelli derivò anche dalla sua capacità organizzativa, che gli consentì di offrire ai committenti realizzazioni edilizie a costi marcatamente inferiori rispetto a quelli degli altri architetti dell'epoca. Morelli aveva alle sue dipendenze un collaudato gruppo di artigiani e, inoltre, poteva giovarsi della collaborazione di valenti pittori, quali Alessandro Dalla Nave, Antonio Villa e Angelo Gottarelli.

Non ci furono però solo rose, nella sua vita privata e professionale: come accade spesso ai potenti, fu fatto oggetto di sviscerati encomi ma anche di poco teneri oltraggi. A parte la battuta che per andare a Roma occorreva passare da porta Morelli, si registrano un tranciante giudizio di Vincenzo Monti (pressappoco: uno come lui è sempre meglio tenerselo buono) nonché le frasi pepate di Marcello Oretti ("Con poca abilità si procaccia le fabbriche principali dello Stato Pontificio") e di Antonio Canova, famoso scultore, il quale ebbe a dire riferendosi all'Imolese, che "l'impostura a questo mondo può davvero molto".

Negli ultimi anni del secolo subì un tracollo finanziario: aveva ottenuto in prestito 50 mila scudi. Ma a causa della soppressione dello Stato Pontificio e della creazione della Repubblica Romana (1798-1799), il valore del denaro scese a zero. Cercò di vendere immobili per quella cifra. Trovò un principe polacco disponibile alla transazione, ma quando si accorse che la metà degli immobili erano ipotecati, il nobile si rivolse agli avvocati. Morelli perse il processo.

I suoi ultimi anni di vita furono duri: vecchio, malato e indigente, arrivò addirittura a chiedere aiuto proprio al Canova, che gli fece avere 24 scudi, con ammirevole ma anche comoda classe. Ci voleva ben altro calore per il Morelli, che morì quasi abbandonato da tutti il 26 febbraio 1812 a Imola. Fu sepolto nella chiesa di Santa Maria in Regola.


Categorie del personaggio