Manunza Paolo

Immagine autore

Paolo Manunza (1905 -1968).

Conseguita la laurea a pieni voti e con la lode il 15 luglio 1931, a Cagliari, e l'abilitazione all'esercizio della professione presso l'Università di Roma, nello stesso anno iniziò a lavorare nell'istituto di medicina legale e delle assicurazioni dell'Università di Cagliari diretto da G. Benassi: dapprima assistente volontario, nel 1932, superato il concorso pubblico, divenne effettivo. Nei primi quattro mesi dell'anno successivo seguì un corso di perfezionamento presso la clinica neuropsichiatrica dell'Università di Bologna diretta da C. Ceni, dove conseguì l'idoneità al concorso per assistente effettivo della specialità. Tornato a Cagliari, riprese la sua attività presso l'istituto universitario di medicina legale e delle assicurazioni, alla cui direzione era stato chiamato nel frattempo D. Macaggi, svolgendovi un'intensa opera scientifica, in riconoscimento della quale l'ateneo cagliaritano gli assegnò nel 1936 una borsa premio di 1000 lire. Incaricato di numerosi compiti peritali, dal 1935 svolse l'ufficio di corrispondente e consulente medico per l'istituto nazionale dei grandi invalidi del lavoro nelle province di Cagliari e di Nuoro.

Dal 1937, inoltre, gli furono affidati i corsi di medicina legale per gli studenti di medicina e di giurisprudenza. Sempre nel 1937, con il titolo di aiuto di ruolo, seguì Macaggi che era stato chiamato alla direzione della cattedra di medicina legale e delle assicurazioni presso l'Università di Pisa; in questa sede il Manunza poté completare la propria formazione e conseguì la libera docenza nella specialità. Nell'ottobre 1939 fece ritorno nel capoluogo sardo, la cui Università lo aveva incaricato dell'insegnamento della medicina legale per gli studenti di medicina e di giurisprudenza e della direzione del relativo istituto di cui, durante la guerra, provvide a mettere in salvo le attrezzature e la biblioteca nel comune di Ghilarza. Ternato al concorso per la cattedra di Cagliari, nel 1949, con voto unanime della facoltà medica, fu nominato professore straordinario e al termine del triennio ordinario.

In virtù della sua formazione neuropsichiatrica, il Manunza recò numerosi contributi scientifici, tutti di rilievo, soprattutto sui rapporti tra psichiatria e criminologia e tra lesioni organiche e stato neuropsichico, che gli consentirono presto di affermarsi come un esperto nel campo psichiatrico forense; condusse ricerche nell'ambiente carcerario sul fenomeno della psicosi da detenzione e, aderente al modello di pensiero proposto da C. Lombroso e alla dottrina secondo la quale è possibile spiegare con motivazioni biologiche le deviazioni della condotta umana, tentò di procedere allo studio e alla comprensione di alcuni crimini attraverso l'indagine sulle caratteristiche fisiche dei colpevoli. 

Il Manunza appartenne a varie società scientifiche italiane e straniere. Nel 1941 sposò Giuseppina Pedrelli, dalla quale ebbe un figlio, morto in tenera età. Morì a Bologna il 22 marzo 1968.



Categorie del personaggio