Scaglia Desiderio

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Desiderio Scaglia (Brescia, 1567 – Roma, 21 agosto 1639) è stato un cardinale e vescovo cattolico italiano. 

Entrò nell'Ordine domenicano nel 1584, nel convento di San Domenico a Cremona. Emise i voti e prese il nome di Desiderio. Successivamente risiedette a Brescia fino al 1592. Completò gli studi allo Studio domenicano di Bologna dal 1595 al 1596, al termine dei quali fu docente di teologia a Cremona e in altre città della Lombardia. Acquisì una grande fama di teologo e fu nominato inquisitore nelle diocesi di Pavia, Cremona e Milano durante il pontificato di Clemente VIII.

Fu chiamato a Roma come commissario del Sant'Uffizio, si occupò di istruire processi e del controllo dei libri. Fu autore di un manuale per inquisitori in italiano, intitolato Prattica per procedere nelle cause del S. Offizio o Relatione copiosa di tutte le materie spettanti al tribunale del S. Officio, che restò manoscritto. Nel manuale illustrò alcuni metodi di interrogatorio sotto tortura, ma espose anche tesi moderate e innovazioni come la necessità di una prova materiale nei casi di stregoneria. Durante il suo incarico, affrontò i processi contro Tommaso Campanella, Marcantonio de Dominis, Cirillo Lucaris e Galileo Galilei.

Papa Paolo V lo elevò al rango di cardinale nel concistoro dell'11 gennaio 1621. Dopo aver partecipato al conclave del 1621, in cui fu eletto papa Gregorio XV, ricevette il titolo cardinalizio di San Clemente il 3 marzo dello stesso anno.

Due settimane dopo, il 17 marzo, fu eletto vescovo di Melfi e Rapolla. Fu consacrato a Santa Maria Maggiore il 16 maggio dello stesso anno dal cardinal Leni, co-consacranti Giovanni Luigi Pasolini, vescovo di Segni e Fabrizio Landriani, vescovo di Pavia.

Il 14 novembre 1622 fu traslato alla diocesi di Como. Partecipò al conclave del 1623, in cui fu eletto papa Urbano VIII,

Il 7 gennaio 1626 rinunciò alla sua diocesi e il 9 febbraio dello stesso anno optò per il titolo dei Santi XII Apostoli, che tenne fino al 6 ottobre 1627, quando optò per il titolo di San Carlo al Corso. Fu camerlengo del Sacro Collegio nel 1632.

Morì il 21 agosto 1639 e fu sepolto nella chiesa del suo ultimo titolo.

Fu un grande collezionista di opere d'arte e apprezzò la poesia sacra, ispirato da Giambattista Marino. Scrisse un idillio spirituale intitolato Affetto estatico alle Stigmati di san Francesco, che fu incluso nell'antologia di fra Silvestro da Poppi Sette canzoni di sette famosi autori in lode del Serafico Padre S. Francesco, stampata a Firenze nel 1606.


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