Vergani Vera

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Vera Vergani (Milano, 5 febbraio 1895 – Procida, 22 settembre 1989) è stata negli anni dieci e venti del '900 una nota ed applaudita attrice italiana. 

L'esordio di Vera - che a quel tempo, usando il cognome materno, si fa chiamare Vera Podrecca - avviene, in una piccola parte della commedia Le distrazioni del Signor Antenore, che viene rappresentata ancora a Cividale il 4 ottobre del 1912. Resta con Benini circa un anno e mezzo, dove ricopre parti secondarie e con una paga modesta, ma dimostra di aver talento, tanto che sarà lo stesso Benini a segnalarla a Talli durante un incontro avvenuto a Salsomaggiore.

Nella nuova compagnia Talli - Melato -Giovannini debutta nel marzo 1914 al Teatro "Diana" di Milano con Marcia nuziale, poco più che comparsa. Ma la sua crescita professionale ed artistica è incessante: nel 1915 dapprima sostituisce l'affermata Jone Frigerio e poi appare come protagonista al teatro Olimpia di Milano ne L'invasore di Annie Vivanti[1]. In questo stesso anno le viene chiesto da Febo Mari di diventare prima attrice nella sua compagnia, ma lei rifiuta. La sua prova ne L'invasore viene applaudita da Ruggeri che la convince a diventare a soli 21 anni prima attrice nella sua compagnia, dove la Vergani (questa volta con il suo cognome) entra nel 1916 per restarvi nei successivi 5 anni.

Vera Vergani a bordo del treno cileno "Trasandino" durante una delle numerose tournées della compagnia Niccodemi in Sud America

In questo periodo la sua carriera è contrassegnata da un crescente successo che si sviluppa in un grande numero di rappresentazioni, sia drammatiche che brillanti: da Machbeth al Marchese di Priola, da Amleto a Gli affari sono affari, a La volata, Il rifugio, L'artiglio, La fiammata, Il piacere ed Enrico IV[3]. In un'epoca che predilige spesso toni di grande ed enfatica carica emotiva, le sue interpretazioni sono invece sviluppate senza particolari pose o forzature, che le regalano fama ed un apprezzamento crescente, tra cui quello dell'allora critico teatrale Antonio Gramsci.

Nel 1920 lascia la compagnia di Ruggeri e, per un unico anno della sua carriera, si dedica prevalentemente al cinema invece che al teatro. Passa poi con Niccodemi con la quale debutta nel 1921 (Compagnia Cimara - Vergani - Almirante che, l'anno successivo diventa Cimara - Vergani - Lupi). Diventa prima attrice e comproprietaria della compagnia. Recita nel ruolo della Figliastra nella prima di Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello, che va in scena al Teatro Valle di Roma il 9 maggio 1921. Nel 1922, la Vergani riceve, per la sua interpretazione de La figlia di Iorio, rappresentata al Teatro Argentina di Roma il 15 aprile, i complimenti dell'autore Gabriele D'Annunzio.

Inizia una serie di trionfali tournée all'estero, in particolare nel Sud America, e soprattutto a Buenos Aires, dove Niccodemi aveva vissuto per sedici anni. Nell'agosto - settembre del 1922 le previste 65 repliche nella capitale argentina sono aumentate, a seguito della pressione del pubblico a 160, con un successo che Niccodemi descriverà come «la resurrezione del teatro e della lingua italiana in America». Ormai acclamata come una delle più importanti attrici italiane del suo tempo, resterà ancora per 8 anni con Niccodemi, cogliendo grandi successi sia in Italia che in numerose altre presenze all'estero, sino al suo ritiro.


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