Cassani Giacomo

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Don Giacomo Cassani è stato uno dei primi preti liberali della diocesi di Bologna, nasce in Reno Vecchio da Antonio e Maria Lenzi, contadini poveri, il 18 marzo 1818 e battezzato il 21 seguente con il nome di Antonio Pasquale. Dopo il suo studio nel seminario Clementino di Cento dove subì l’influsso del professor Alessandro Rusconi coinvolto nei moti del 1831 e notoriamente liberale, fu ordinato sacerdote e si stabilì a Renazzo. Nel 1845 tentò di diventare parroco di Renazzo ma nel comizio del 15 giugno ottenne 277 voti a favore e 398 contrari. Quell’anno fu eletto don Antonio Masotti con 430 favorevoli e 245 contrari. Pur non diventando parroco rimase a Renazzo coadiuvando don Masotti servendo nella parrocchia di Corporeno. Nel 1846 aderì al programma politico neoguelfo di Vincenzo Gioberti e nel 1849 appoggiò e votò per la costituente della repubblica romana che si stava insediando dopo la fuga di papa Pio IX da Roma, per questo e su segnalazione di don Masotti, venne sospeso a divinis dall’arcivescovo Opizzoni.

Restò comunque a Renazzo e nel 1850 venne revocato il procedimento permettendogli di tornare a celebrare i sacramenti. Sostenendo nel 1859 la rivoluzione nazionale italiana definendola voluta dalla Provvidenza entrò di nuovo in polemica con i cattolici conservatori. Nel 1860 fu tra i pochi preti bolognesi ad accogliere Vittorio Emanuele II in S. Petronio a Bologna. Dopo il ’60 si trasferì a Bologna diventando professore ordinario di diritto canonico presso quella università, contrario al potere temporale del papato e quanto al concilio Vaticano I fu tra coloro che si opposero alla dichiarazione dell’infallibilità pontificia. Promosse la pubblicazione di varie riviste e stampò vari suoi scritti specialmente riguardanti problemi di politica religiosa ed ecclesiastica.

Negli anni 1877-78 sostenne una polemica sull’origine delle due Partecipanze di Cento e di Pieve e la questione delle decime di Cento, tra il comune e la curia di Bologna, sollevata dallo stesso Cassani eletto nel 1890 consigliere comunale di Cento e protrattasi per oltre un decennio. Nel 1883 lo vediamo prima fra i promotori e poi addirittura presidente della Società operaia di mutuo soccorso di Renazzo, sancito dallo statuto del 25 novembre 1883. Questa associazione è l’embrione odierno del sindacato. Morì a Bologna il 2 giugno 1899.


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