Murolo Ernesto

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Ernesto Murolo (Napoli, 4 aprile 1876 – Napoli, 30 ottobre 1939) è stato un poeta, drammaturgo e giornalista italiano. Noto per il fortunato sodalizio con il compositore Ernesto Tagliaferri, grazie al quale nacquero alcune delle più famose canzoni napoletane, è stato insieme a Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio ed E. A. Mario, uno degli artefici della cosiddetta epoca d'oro della canzone napoletana. Fu il padre del cantautore Roberto Murolo. 

Ottenne i primi successi scrivendo con Edoardo Nicolardi Jett'o bbeleno (1901) ed O scuitato (1902) e presentando a Piedigrotta la canzone Pusilleco addiruso con musica di Salvatore Gambardella (1904).

Nel 1906 scrisse A furastiera con Libero Bovio. A canzona sì tu e Addio a Napule con Ernesto De Curtis

Dopo la morte del padre e litigi con i parenti, diventò ricchissimo e decise di abbandonare il mestiere di giornalista per dedicarsi a quello di libero poeta.

Nella Napoli del primo Novecento, piena di café-concert, ebbe successo anche con le donne, sposando la giovane Lia Cavalli, figlia di un pittore toscano, con la quale ebbe sette figli, dei quali il penultimo fu il celebre Roberto, che dedicò la carriera alla riscoperta della canzone napoletana.

Nel giro di qualche anno, tra una famiglia numerosa e una vita allegra, Murolo dilapidò quasi tutto il suo patrimonio, ma in quegli stessi anni collaborò con musicisti napoletani di chiara fama, scrivendo i testi di alcune tra le più belle canzoni, come Tarantelluccia (1907), Te sì scurdata 'e Napule (1912), A primma 'nnammurata (1917), Mandulinata a Napule (1921), Nun me scetà (1930) ed Adduormete cu mme (1932).


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