Busoni Ferruccio

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Dante Michelangelo Benvenuto Ferruccio Busoni (Empoli, 1º aprile 1866 – Berlino, 27 luglio 1924) è stato un compositore e pianista italiano naturalizzato tedesco. È considerato, insieme ad Arturo Benedetti Michelangeli, il più grande genio pianistico italiano.

La produzione musicale di Busoni si svolse contemporaneamente alla sua attività di concertista e agli impegni contratti nei vari conservatori in cui era chiamato, ed è tutt'altro che ridotta per quanto, naturalmente, non vasta come quella di altri musicisti a lui contemporanei. Quando all'età di diciassette anni giunse a Vienna (autunno del 1884) con l'intenzione di iniziare a dare forma concreta al suo futuro artistico (sia come pianista ma soprattutto come compositore), Busoni aveva già scritto una quarantina di composizioni di vario genere: opere per pianoforte, per orchestra, per pianoforte e orchestra, cantate, e un Requiem.

Fra queste composizioni un cenno particolare meritano i 24 preludi op. 37 (1880) che risentono sia dei preludi chopiniani che del clavicembalo ben temperato, la cantata Il sabato del villaggio su testo di Leopardi, un Requiem e altre composizioni, fra cui una suite sinfonica.

Bisognoso di affermarsi sia come pianista sia come insegnante, soprattutto per guadagnarsi da vivere, intensificò ancora lo studio del pianoforte. Stabilì la propria dimora dapprima a Lipsia, quindi ad Helsinki, quindi a Mosca. Di questo periodo è il Konzertstück con il quale vinse a Mosca il premio Rubinstein. Il concerto reca ancora l'influsso di Brahms, un compositore che Busoni conobbe personalmente a Vienna, e dal quale ricevette consigli e raccomandazioni. Di Brahms Busoni sentì notevolmente l'autorità e il peso storico nella sua prima fase formativa. Degno di nota in questo periodo è il concerto per violino op. 35.

Ma la svolta significativa della sua evoluzione musicale, in cui per la prima volta Busoni riuscì concretamente a realizzare il suo intento, fu la Sonata per violino e pianoforte del 1896. L'influsso di Brahms è ancora presente, ma a mano a mano che la sonata si evolve mostra sempre più una via autonoma e termina con una variazione sul corale bachiano Wie wohl ist mir.

Busoni aveva trent'anni e affermò che questa era la sua prima opera veramente riuscita, considerandola una svolta nella propria evoluzione musicale.


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