Svampa Domenico

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Domenico Svampa (Montegranaro, 13 giugno 1851 – Bologna, 10 agosto 1907) è stato un cardinale, principe e arcivescovo cattolico italiano. 

Nel 1861 entrò nel Seminario di Fermo dove, nel 1867 conobbe don Giovanni Bosco, venuto a far visita all'arcivescovo Filippo de Angelis. L'arcivescovo di Fermo, infatti, aveva scontato sei anni di carcere coatto a Torino, dopo essere stato tratto in arresto nel 1860 dalle truppe sabaude (conquista delle Marche). Domenico Svampa, seminarista, ebbe l'opportunità di avvicinare don Bosco e di parlargli (27 gennaio 1867). L'incontro venne descritto da don G.B. Francesia (1838-1930) nella sua opera "Due mesi con d. Bosco a Roma: memorie".

Lo Svampa nel 1872 vinse il concorso d' ammissione ed entrò nel Seminario Pio di Roma, poi accorpato nel 1913 dal Pontificio Seminario Romano Maggiore, insieme ad altri due seminaristi, Roberto Papiri di Montefortino (futuro Arcivescovo e Principe di Fermo) e Raffele Astorri (futuro Protonotario apostolico e Vicario Generale di Fermo).

Compì gli studi universitari a Roma dove fu anche ordinato sacerdote nel 1874 nella Basilica di San Giovanni in Laterano dal cardinale Costantino Patrizi Naro. Dopo un breve periodo passato nella sua terra natale, papa Leone XIII lo chiamò ad insegnare al seminario di Sant'Apollinare.

Nel gennaio 1885 venne nominato padre spirituale delle Dame Francesi del S. Cuore (Società del Sacro Cuore di Gesù) nel monastero convitto di Trinità dei Monti.

L' 11 dicembre 1886 venne nominato cameriere segreto soprannumerario di Sua Santità

Il 28 maggio 1887 venne nominato vescovo di Forlì. Come tale, ordinò, tra gli altri, il venerabile Lino Maupas. A Forlì, monsignor Svampa "determinò una spinta innovativa nella chiesa locale, favorendo le iniziative caritative e l'ammodernamento dell'insegnamento nel seminario. Il nuovo vescovo mostrò infatti una mentalità aperta sia nei confronti del mondo liberale moderato, che con l'area repubblicana e radicale". Nel Concistoro del 18 maggio 1894 papa Leone XIII lo proclama cardinale destinandolo all'Arcidiocesi di Bologna. Il 22 giugno riceve la nomina a cardinale di Sant'Onofrio (titolo cardinalizio).

Accolse le più svariate iniziative. Istituì le casse rurali, il giornale cattolico l'"L'Avvenire d'Italia", il “Piccolo credito romagnolo” e un istituto d'istruzione per il popolo insieme ai Salesiani fondati proprio dal suo caro amico Don Bosco.

Il 20 febbraio 1897 ottenne il titolo di Principe del Sacro Romano Impero, riconosciutogli dalla Real Commissione Araldica per la Romagna.

Il 14 giugno 1901 pose la prima pietra della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (Bologna).

Il 30 maggio 1903 pubblicò la notificazione per la festa del Corpus Domini per compendiare l'enciclica di Papa Leone XIII, "De Sanctissima Eucharistia".

Nell'agosto dello stesso anno partecipò al conclave, Domenico Svampa era uno dei sette cardinali con maggiori probabilità di essere eletto papa, ma un ictus gli paralizzò il viso durante le cerimonie di apertura e gli rese difficile parlare, lo afflisse e per questo non fu scelto e votò per il cardinale Sarto, futuro Papa Pio X il quale lo ricevette in udienza privata in più occasioni durante le quali, lo Svampa, informò il Papa circa la situazione dei cattolici bolognesi, dei Salesiani e dei giornali cattolici. Il 22 marzo del 1904 presentò al Pontefice la sua opera "Vita di S. Serafino da Montegranaro" e gli parlò della venuta del Re a Bologna.

Il cardinale Svampa fu, suo malgrado, precursore della riconciliazione fra Stato Italiano e Chiesa Cattolica e si ritrovò al centro di un delicatissimo caso diplomatico che creò non poco scalpore in Italia e in Europa.

Il Re d'Italia Vittorio Emanuele III avevo deciso di recarsi in visita a Bologna il 28 aprile 1904; il cardinale, conscio dei rapporti tesi fra Santa Sede e Monarchia, desiderava poter accogliere il Re senza contrariare il Pontefice, per tale motivò inviò in Vaticano il legale della Curia bolognese (avvocato R. Ambrosini) per chiedere il permesso di ossequiare il monarca italiano. Il Papa in persona incoraggiò il cardinale Svampa e lo benedisse nel suo intento. Il giorno seguente lo Svampa ricevette l'invito ufficiale per l'incontro con Vittorio Emanuele III dalle mani del Duca di Frangito.

Nelle ore successive l'alta nobiltà bolognese ed i rappresentati della classe dirigente organizzarono un banchetto per rendere onore al Re e ovviamente l'invito fu esteso anche al Cardinale Svampa il quale accettò di partecipare nonostante non avesse ricevuto ancora un'approvazione esplicita dalla Santa Sede. L'unico inconveniente fu che il giorno del banchetto combaciava con un giorno di digiuno e quindi, per non creare disagi al Cardinale e agli altri cattolici illustri, si organizzò un secondo "menù di magro". 


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