Michele Medici (Bologna, 8 maggio 1782 – Bologna, 4 maggio 1859) è stato un anatomista e fisiologo italiano.
Medici ha studiato privatamente farmacia, ottenendone l'abilitazione alla fine del XVIII secolo. In seguito si è iscritto all'Università di Bologna, dove nel 1802 ha conseguito la laurea in medicina. Da allora, e sino al 1855, ha lavorato all'Ospedale Maggiore di Bologna, presso il quale è stato nominato primario nel 1818. Già tre anni prima, tuttavia, complice la brillante preparazione messa in mostra, ha potuto ottenere l'insegnamento della fisiologia, appena istituito nell'ateneo bolognese, che avrebbe mantenuto per un trentennio.
È stato rinomato anche come letterato e, sotto questa veste, ha contribuito alla formazione classica di Marco Minghetti. Insignito dell'onorificenza di cavaliere dell'Ordine di San Gregorio Magno, Medici è stato membro di prestigiose società scientifiche, italiane e internazionali, fra le quali l'Accademia nazionale delle scienze, l'Accademia dei Lincei e l'Académie nationale de médecine. Un suo busto è conservato nella sede dell'Accademia medico-chirurgica di Bologna, mentre al suo nome resta dedicata, oltre ad una strada nella città natale, anche il Dasypeltis medici, una specie di serpente mangiatore di uova. Ricerche e studi L'opera di Medici testimonia il tentativo di rappresentare, attraverso lo studio delle strutture, il meccanismo della funzione, superando così, nel metodo e nel merito, gli opposti assunti propri di una vecchia visione dell'anatomia e delle fisiologia.
Nel suo primo lavoro di rilievo, le Esperienze sul sangue (1803), uscito poco dopo la laurea e condotto assieme a Gaetano Gandolfi, in base ad una serie di esperimenti, volti ad esporre filamenti di fibrina all'elettricità ricavata da una pila di Volta, ha desunto che il sangue avesse, analogamente ad altri tessuti, «proprietà contrattili», anticipando quindi esiti espressi da altri studi di oltre mezzo secolo successivi
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