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Straordinaria e intensa lettera interamente autografa (senza firma) di Arturo Toscanini redatta il 12 maggio 1953 e indirizzata a Wally.
Questo documento, dal contenuto umano e intimo di rara profondità, riflette il tormento e la stanchezza interiore del grande direttore all’età di 86 anni, in un momento in cui la sua leggenda era già consolidata ma la sua vita personale segnata da fragilità e consapevolezza del tempo che passa.
L’incipit è dolce e personale: Toscanini si scusa per il silenzio con le parole “il mio labbro muto” e confessa la gioia nell’attesa di rivedere “il suo bel sorriso”. Subito dopo, però, il tono si fa drammatico, quasi disperato. Scrive della fatica e dell’ansia che lo hanno accompagnato nello studio e nella direzione della Missa Solemnis di Beethoven, ricordando l’ultima volta che la diresse nel 1940: “Ho cercato di migliorarmi… spero di esserci riuscito – dico spero, ma non sono sicuro”.
Il cuore della lettera risiede nella sua confessione più dura: “Speravo di chiudere… per finirla una buona volta perché non ne posso più di essere Arturo Toscanini – oramai mi annoio di udire il mio nome – sono già molti anni, troppi, che lo si sente e vorrei riposarmi per quel poco tempo che mi resta di vivere e godere una morte tranquilla”. Parole che testimoniano un desiderio di pace contrapposto all’ineluttabile destino di continuare a lavorare fino all’ultimo respiro.
Toscanini descrive il cambiamento fisico e la percezione del tempo che avanza: “Venti anni fa dopo una prova o un concerto veniva il medico a farmi un’iniezione: oggi viene a guardare se la pressione è sempre buona… mi sento stanco… la mia memoria non è più quella di prima”. Nonostante ciò, riconosce la disciplina e l’impegno che lo hanno sempre sostenuto: “Dicono tutti cominciando dall'orchestra che dirigo -meglio di prima- e non posso davvero negarlo, ma io ho continuato sempre a studiare e non ho mai creduto di poter fare senza e fino all'ultimo giorno non mi vedranno mai rammollito!”.
Il finale è di struggente intensità, con una confessione che mostra la sua insonnia e il tormento interiore: “Ho già preparato i miei programmi e già cominciato a studiare ma non sono felice, non so perché, ma mi tormento, non dormo bene, ma bensì male, soprattutto da sogni continui e paurosi”. Una frase che rivela tutta la fragilità di un uomo che, pur al culmine della gloria, si sentiva prigioniero del proprio destino.
Un documento commovente che mostra Toscanini, genio assoluto della direzione orchestrale, segnato indelebilmente da fatica, insicurezze e desiderio di riposo.
Lettera corredata di busta, anch'essa interamente autografa del Maestro.
Codice autografo: AST1125
Data autografo: 12/05/1953
Pagine: 4
Pagine manoscritte: 4
Condizioni: Ottime
Dimensioni: 25.5x17.5 cm
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