Autografo di Palmiro Togliatti Lettera Osservatore Romano La Pira



Rarissimo documento interamente autografo di Palmiro Togliatti redatto a seguito della pubblicazione dell’articolo dell’Osservatore Romano in cui critica aspramente l’operato di Giorgio La Pira nell’ottica del dialogo per la pace con i comunisti.

Siamo infatti al 20 Maggio del 1953, data dell’uscita dell’articolo sull’Osservatore: Togliatti aveva attaccato un deputato democristiano, senza mai nominarlo, durante un discorso pronunciato a Padova in occasione della campagna elettorale per le elezioni politiche di quell’anno, accusandolo di essersi spinto troppo in avanti sulla strada del dialogo con il comunismo e di aver in seguito fatto marcia indietro su pressione della Santa Sede.

Da fonti storiche (oltre ad essere scritto direttamente dalla penna del Togliatti nel documento), apprendiamo infatti che il 6 gennaio 1951 La Pira aveva incontrato a Firenze il senatore Renato Bitossi, (esponente del PCI e della CGL) esprimendo in quella occasione che una distensione religiosa fosse la necessaria per una riappacificazione.

Ecco di seguito il testo integrale del documento: "Soltanto oggi, di ritorno da Brescia a Roma, ho veduto nel suo testo completo le cose che sono state scritte dal Osservatore Romano e la lettera sull’ On. La Pira circa le proposte e i contatti che ebbero luogo all’inizio del 1951 a cui mi riferì in un mio discorso a Padova.

Non desidero entrare in polemica con l’Osservatore Romano circa gli indirizzi delle alte gerarchie vaticane nella politica internazionale. 
Il nostro giudizio in proposito, che è condiviso da una grande parte dell’opinione pubblica, non viene toccato dall’intitolata argomentazione con la quale si cerca invano di distruggerle e che non riesce di distruggere i fatti…
…Quanto alla lettera dell’On. La Pira sono costretto a fare due ipotesi. La prima è che egli, dal gennaio 1951 ad oggi abbia completamente perduto la memoria. La seconda è che coloro che lo dirigono spiritualmente gli abbiano consigliato di dire una bugia, assicurandolo che gli verrà condonata. Infatti, dichiaro formalmente che, nel corso di tutte le conversazioni e dei contatti che ebbero luogo a proposito dei fatti da me rievocati, non si fece mai parola, da nessuno di coloro che si occuparono di questa cosa, sul movimento dei Partigiani della pace. Non se ne parlò in un modo diretto, non se ne parlò indirettamente, non si fece nessuna allusione di nessun genere. 
Vorrei aggiungere, per l’On. La Pira e per chi spiritualmente lo dirige, che una bugia, per essere credibile, deve essere inventata bene, cioè deve avere un minimo di credibilità. Ora nei contatti di cui ho parlato, la iniziativa non fu nostra, ma di altri, e cioè dell’ On. La Pira e di chi forse allora lo muoveva. Ma le questioni che vennero poste e sulle quali ci fu chiesto di sollecitare una risposta, erano tali che una risposta come quella ora detta dall’On. La Pira cioè un invito ad entrare nel movimento dei partigiani della pace, sarebbe stata assolutamente priva di senso, scema. Ora si può pensare e dire ciò che si vuole sui comunisti ma che essi siano degli insensati, degli scemi non c’è nessuno che possa crederlo...
…Noi, dopo aver fatto ciò che dovevamo trasmettemmo una risposta positiva. Quando questa risposta positiva fu comunica all’On. La Pira, egli si strinse nelle spalle, balbettò qualche confusa giustificazione e se ne andò, così, soltanto così e non in altro modo sono andate le cose."

Autografo Venduto in Asta

Dettagli autografo

Codice autografo: GAZAST0124

Data autografo: 20/05/1953

Pagine: 12

Pagine manoscritte: 6

Condizioni: Ottime

Dimensioni: 22x12 cm

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