Lettera interamente autografa di Carlo Poerio celebre patriota e politico italiano, deputato parlamentare del Regno di Sardegna e Deputato del Regno d'Italia ricoprendo l'incarico di vicepresidente della Camera.
Lettera redatta presso Torino il 15 Ottobre 1859.
Lettera in cui Carlo Poerio scrive a Ferdinando Verillo, suo interlocutore e amico, in cui dice che anche dal fondo della sua prigione cercava di avere sue notizie per via indiretta dato che il chiederne direttamente sarebbe stato gravissimo sotto quella ferrea disciplina; tuttavia il piacere della sua ultima lettera è stato moderato dalle notizie circa la salute della nipote, la cui malattia procede rapidamente. Continua dicendo che sarebbe tornato volentieri a rivedere i luoghi della sua giovinezza, ma che la svogliatezza e l'accidia che si sono impadroniti di lui gli hanno suggerito cento ragioni per indurlo a passare l'inverno a Torino e che la sua infingardaggine è tale che non ha fatto nemmeno una gita in campagna; infine dice che non è che non sia disposto a tornare a una vita attiva, ma che non capisce cosa cosa si possa fare ora di loro né cosa possano rappresentare in questa agitazione di popolo loro che appartengono al regno delle morte genti e sostiene che si sia perduto anche il senso della vergogna dato che sono quasi fieri e orgogliosi della loro vigliaccheria al punto che reputano atto magnanimo, di coraggio cittadino, l'attendere con dignitosa calma che lo straniero venga a liberarli.
Codice autografo: CSMG0219
Data autografo: 15/10/1859
Pagine: 4
Pagine manoscritte: 4
Condizioni: Ottime
Dimensioni: 13.5x11 cm
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