Ricasoli Bettino

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Bettino Ricasoli, soprannominato il Barone di ferro ( Firenze, 9 marzo 1809 – Castello di Brolio, 23 ottobre 1880), è stato un politico italiano, sindaco di Firenze e secondo presidente del Consiglio del Regno d'Italia dopo Cavour. 
Bettino Ricasoli nacque il 9 marzo 1809 a Firenze, figlio del barone Luigi Ricasoli, discendente da una nobile famiglia fiorentina in via di decadimento economico, e di Elisabetta Peruzzi, appartenente all'omonima famiglia di banchieri toscani, la quale con la sua dote risollevò, almeno parzialmente, la precaria situazione economica della famiglia Ricasoli (che vantava tra i suoi membri anche Scipione de' Ricci, figlio di Luisa Ricasoli). Da bambino studiò al Collegio Cicognini di Prato, dove mostrò uno spiccato interesse per le scienze fisiche e naturali: dopo aver trascorso la prima infanzia con i genitori nel Castello di Brolio, presso Gaiole in Chianti in provincia di Siena, nel 1816 il padre Luigi morì. Poi, di ritorno da un viaggio di studi in giro per l'Europa con il suo precettore, durato dal 1825 al 1827 e che lo portò a Parigi e a Vienna, il giovane Bettino rimase orfano all'età di diciotto anni per la morte della madre, ereditando una proprietà oberata dai debiti. Dichiarato maggiorenne per decreto speciale del Granduca di Toscana, che gli assegnava anche la potestà sui fratelli più giovani, il giovane barone, divenuto nel 1834 membro dell'Accademia dei Georgofili e sposatosi con l'ereditiera Anna Bonaccorsi, interruppe gli studi e si ritirò a Brolio nel 1838, fissandovi la sua residenza. Qui, con un'attenta gestione economica, riuscì a salvare la proprietà di famiglia, rendendola produttiva in campo enologico e provvedendo alle condizioni morali e materiali dei suoi mezzadri. Spinto da un forte spirito religioso ma non clericale, con una visione di apostolato morale ed economico di cui egli stesso dava l'esempio più intransigente (per questo fu chiamato Barone di ferro), educò personalmente i propri contadini in materia di fede e religione, a volte recitando discorsi moraleggianti dai titoli biblici oppure istituendo premi ai più operosi, dedicati al patrono dei contadini, sant'Isidoro Agricola.


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