Loti Pierre

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Pierre Loti, pseudonimo di Louis Marie Julien Viaud (Rochefort, 14 gennaio 1850 – Hendaye, 10 giugno 1923), è stato uno scrittore francese, membro dell'Académie française. È sepolto nell'isola di Oléron. 

Nel 1867, allievo brillante ed intelligente, entra nell'École navale di Brest diventa ufficiale di marina. Nel 1870, anno della morte del padre, dopo essersi imbarcato partecipa su una corvetta della marina alla guerra franco-prussiana. Nel 1872, scopre Tahiti in occasione d'uno scalo e scrive Le Mariage de Loti. Riceve dalla regina Pomaré il soprannome di Loti (nome d'un fiore tropicale) e adotterà questo pseudonimo dal 1876. Intanto già dal 1864 era andato ad abitare a Saint Porchaire insieme alla sorella Marie Bon, pittrice. Vicino alla casa della sorella si trova il castello de La Roche Courbon immerso nella natura selvaggia e celebre per le sue grotte, e che lui chiama Il castello della bella addormentata. In questo luogo incantato Loti scopre l'amore con una giovane zingara. Innamorato del castello lotta per impedirne la vendita ed in effetti ci riesce.

Nel 1877, in occasione di un viaggio sulla corazzata Couronne in Turchia, incontra Hatice, la donna a cui si sarebbe ispirato per Aziyadé, personaggio del romanzo omonimo pubblicato nel 1879. Nel libro, Aziyadé è una giovane circassa che appartiene all'harem di un dignitario turco. Essi vivono una bellissima storia d'amore: prima della partenza di Loti, Aziyadé ha confezionato, con i propri gioielli, un anello che offre al suo amante. Nel 1882 Loti dedica anche Fantôme d'Orient a Hatice/Aziyadé: dieci anni dopo il primo incontro, Loti torna a Costantinopoli; viene a sapere della morte della donna amata e si reca sulla sua tomba.

Nel 1880, ritorna a Costantinopoli. Nel 1881, è promosso luogotenente di vascello e pubblica il suo primo romanzo firmato "Pierre Loti": Le Roman d'un spahi, per il quale si ispira a un viaggio in Senegal. Nel 1883 esce Mon frère Yves (Mio fratello Ivo), opera impressionista – racconto di un'amicizia virile – che ha un grande successo, ma che suscita qualche sospetto di omosessualità. In questo periodo scrive oltre 40 volumi. Nel 1886, è stampato il suo secondo grande successo Pêcheur d'Islande. Sempre nello stesso anno si sposa con Blanche Franc de Ferrière da cui nel 1889 avrà il figlio Samuel. 

È eletto all'Académie française il 21 maggio 1891 quasi per scherzo: il suo amico Edmond de Goncourt, essendo libero un seggio all'Académie, lo propone e Loti vince levando il posto a Émile Zola.

Nel 1893, inizia una relazione con Crucita Gainza, di origine basca, da cui avrà tre figli.

Nel 1896, muore sua madre. Nel 1898 compra la casa degli avi nell'isola di Oléron, in cui Pierre Loti ha soggiornato nella sua prima giovinezza e in diversi momenti della sua vita.

In occasione dell'Affare Dreyfus si schierò con gli antidreyfusards (Barrès, Daudet, Mistral, Jules Verne, ecc.), aderendo alla Ligue de la Patrie Française.

Tra il 1900 e il 1902, è dapprima mandato in pensione per avere criticato le crudeltà dei soldati francesi durante la conquista della città vietnamita di Hué e poi, dopo un ricorso al Consiglio di Stato, reintegrato nella marina e riceve dal Presidente della Repubblica, Félix Faure, la Legion d'onore. Soggiorna di nuovo in Asia e scrive Les Derniers jours de Pékin (1902) e L'Inde (sans les Anglais) (1903). Nello stesso periodo resta venti mesi a Costantinopoli per preparare Vers Ispahan, pubblicato nel 1904.

Lo ritroviamo ancora a Costantinopoli nel 1910 e nel 1913. In quest'ultimo anno lotta contro lo smantellamento dell'impero ottomano voluto dalle potenze occidentali e pubblica Turquie agonisante.

Muore il 10 giugno 1923 a Hendaye e dopo i funerali nazionali è seppellito nella casa degli avi nell'isola di Oléron. Dopo la sua morte, il figlio Samuele pubblica alcuni estratti del suo diario personale. 



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