Bossi Giuseppe Aurelio Carlo

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Giuseppe Aurelio Carlo Bossi (Torino, 1758 – Parigi, 1823) è stato un poeta italiano.

Ristabilitosi dopo la vittoria di Marengo (14 giugno 1800) il diretto dominio francese in Piemonte, il Bossi insieme con due colleghi fece parte della Commissione esecutiva del Piemonte, che in modo autoritario adeguò l'amministrazione subalpina ai criteri legislativi francesi e rimase in carica fino al 12 aprile 1801, allorché Napoleone unì formalmente il Piemonte alla Francia.

Il Bossi, che aveva redatto in termini ampollosi l'annuncio ufficiale della fatidica decisione, fu uno dei sei notabili inviati a Parigi su richiesta del Bonaparte per ragguagliarlo sulla situazione piemontese. Al Bossi fu assegnata la carica di commissario generale delle relazioni commerciali in Valacchia e Moldavia: rifiutò, e solo dopo diciotto mesi, fu nominato prefetto dell'Ain, carica non adeguata a chi come lui aveva diretto in un periodo difficile quasi tutta l'amministrazione del Piemonte.

Ma l'apprezzamento dei suoi meriti venne tre anni dopo con la nomina, da parte di Napoleone, a barone dell'Impero accompagnata da una dotazione nello Hannover.

In quegli anni il Bossi non solo diresse la pubblicazione della Statistique de l'Ain, dedicandosi nello stesso tempo agli studi giuridici culminati nell'opera De l'indipendence de la loi civile, ma continuò e intensificò l'attività poetica, del resto mai trascurata anche negli anni di più intenso lavoro, componendo l'opera sua maggiore, il poema Napoleonia, esaltazione sincera, nonostante una certa ampollosità, dell'opera civilizzatrice del Bonaparte.

Il Bossi intanto era passato dalla prefettura dell'Ain a quella della Manica, dove lo colse la notizia dell'abdicazione di Napoleone. Come la maggior parte dei funzionari imperiali, aderì al governo di Luigi XVIII,  gli venne concessa la cittadinanza francese e il titolo di ufficiale della Legion d'Onore.

Durante i Cento giorni, con nuovo voltafaccia, il B. si schierò fra i seguaci del Bonaparte e temendone, dopo Waterloo, le conseguenze, si rifugiò in Inghilterra.

A Londra curò anche la pubblicazione della seconda edizione integrale delle sue poesie (Versi di Albo Crisso), in cui due motivi risaltano sugli altri: l'ammirazione per gli Stati Uniti d'America, patria della democrazia, e il culto di Napoleone, considerato come il difensore degli ideali sostenuti dalla Rivoluzione francese.


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