Ravegnani Giuseppe

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Giuseppe Ravegnani (Coriano, 13 ottobre 1895 – Milano, 20 maggio 1964) è stato uno scrittore, critico letterario, giornalista, poeta, traduttore e archivista italiano. 

La produzione poetica di Giuseppe Ravegnani è stata ben definita da Luigi Fiorentino: “per lui la poesia fu sempre occasione, non proposito. La poesia, sentimento dell'uomo, condiziona tutta la sua legge, non si lascia condizionare né da lotte sociali né da conflitti ideologici né da problemi contingenti. (...) Svoltosi nel clima dannunziano, crepuscolare, futuristico ed ermetico, egli volle dare ascolto a se stesso, collocandosi al centro tra gli opposti estremismi. Il risultato si può dire post-crepuscolare: respiro breve, tinte smorzate, parola dimessa”. La sua formazione si apre nel periodo in cui Carducci, D'Annunzio e Pascoli dominano la poesia italiana, ma la sua produzione accoglie le modalità crepuscolari con venature pascoliane e, dalla terza raccolta in poi, quelle del frammentismo vociano. Come ha sottolineato Giovanni Titta Rosa, il tratto caratteristico della poesia di Ravegnani è lo “sfociare della visione del mondo esterno verso una rievocazione e meditazione pensosa delle sorti umane, non priva di una serena gnomicità”. 

Per Ravegnani, la poesia è frutto del vivere e i suoi versi, come osservato da Francesco Flora, sono ispirati da sentimenti assoluti: “in cui consiste ciò che nell'uomo è immutevole pur nella originalità di sempre nuovi affetti e invenzioni verbali, la sua qualità consapevole di uomo, in tutte le espressioni del suo sentire”.


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