Gozzi Gaspare

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Gaspare ( o Gasparo ) Gozzi (Venezia, 4 dicembre 1713 – Padova, 26 dicembre 1786) è stato un letterato, giornalista e intellettuale italiano.

Gasparo Gozzi nacque a Venezia nella casa di famiglia, primogenito degli undici figli di Iacopo Antonio e Angela Tiepolo. I Gozzi erano una famiglia di origine bergamasca che nel Cinquecento si era portata a Venezia per fare fortuna, acquistando immobili in città e poderi nell'entroterra

Studiò presso il collegio dei padri Somaschi di Murano fino al 1732, quando, a causa delle difficoltà economiche dovute al dissesto del patrimonio di famiglia, dovette mantenersi con il suo lavoro di letterato, realizzando traduzioni di grandi umoristi antichi e moderni.

Nel 1738 sposò la poetessa Luisa Bergalli, più vecchia di lui di dieci anni, con la quale, nel 1746, prese in gestione il Teatro Sant'Angelo; nel 1747, con il fratello Carlo, fondò l'Accademia letteraria tradizionalista dei Granelleschi, provando a dar vita ad un repertorio teatrale moderno che escludeva l'uso delle maschere, incontrando scarsa approvazione.

Nel 1748, fallita l'impresa del teatro, Gasparo si impiegò presso il procuratore Foscarini che lo aiutò a scrivere il primo volume della Storia della letteratura veneziana , che sarà pubblicato nel 1752, e si dedicò con la moglie a molti lavori in anonimato, soprattutto traduzioni dal francese e dal latino.

Nel 1750 esce la sua prima opera letteraria originale, il primo volume di Lettere diverse a cui farà seguito nel 1752 il secondo, dove lo scrittore manifesta doti di umorista e moralista leggero e penetrante, che saranno le costanti di tutta la sua opera. Al contrario del fratello Carlo, più legato alle antiche consuetudini nobiliari, Gasparo non rifiutò di cimentare la sua abilità di letterato in un'attività prettamente commerciale quale il giornalismo.

Tra il 1760 e il 1762 lo scrittore redasse da solo tutti i numeri della Gazzetta veneta (bisettimanale, uscì dal febbraio 1760 al gennaio 1761), del Mondo morale e dell'Osservatore veneto (prima settimanale, poi bisettimanale, uscì dal febbraio 1761 all'agosto 1762). In seguito divenne funzionario dei Riformatori dello Studio di Padova, la magistratura veneziana che si occupava della politica culturale della Repubblica di Venezia, e svolse per molti anni con buon senso e apertura mentale l'incarico di sovraintendente alle stampe e revisore (censore) dei libri.



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