Coppino Michele

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Michele Coppino (Alba, 1º aprile 1822 – Alba, 25 agosto 1901) è stato un politico e accademico italiano.

Michele Coppino nacque ad Alba il 1º aprile 1822 da una famiglia di origini modeste: suo padre Giovanni Coppino era infatti un ciabattino, mentre la madre, Maria Mancardi, svolgeva la professione di cucitrice. Malgrado gli scarsi mezzi economici famigliari, Michele riuscì ad intraprendere gli studi nel seminario della sua città natale, dove fu uno studente brillante e laborioso. In tal modo, per meriti scolastici, ottenne un posto gratuito nel Palazzo del Collegio delle Province di Torino, grazie al quale poté iscriversi all'ateneo torinese, laureandosi in lettere nel 1844, a 22 anni. Carriera scolastica e universitaria Subito dopo la laurea, Coppino esercitò la professione di insegnante in diverse scuole del Piemonte: dal 1844 al 1845 a Demonte, in provincia di Cuneo, dal 1846 al 1847 a Pallanza, nel 1848 a Novara, dove ritornò nel dicembre del 1849 dopo un breve periodo di insegnamento nel Collegio di Voghera. Poco dopo, nel 1850, Coppino venne nominato professore alla cattedra universitaria di letteratura italiana all'Università di Torino.

Oltre che docente, Michele Coppino sarebbe stato rettore della stessa università dal 1868 al 1870, quando si trasferì a Roma per impegni politici. Carriera politica Contemporaneamente all'attività accademica, Coppino iniziò ad affiancare un sempre più intenso impegno politico, che spesso e volentieri avrebbe preso il posto della professione universitaria. Accostatosi alla Sinistra storica di Urbano Rattazzi, fu candidato alla Camera per la prima volta alle elezioni del 15 novembre 1857 nel collegio di Alba, ma venne sconfitto al ballottaggio dal marchese Carlo Alfieri di Sostegno. Riuscì tuttavia a rifarsi il 16 febbraio 1860, quando venne eletto nello stesso collegio, nell'ultima legislatura del Regno di Sardegna, ma la sua nomina venne annullata perché era anche membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Infine, Coppino venne rieletto nelle elezioni del gennaio del 1861 con 611 voti a favore su 1039 votanti, nella prima legislatura del Regno d'Italia. Ma nuovamente la Camera annullò la sua elezione, sempre per le cariche che ricopriva presso il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione e per essere professore di retorica al Collegio nazionale di Torino. Quindi, prima di ripresentarsi alle elezioni suppletive del 7 aprile, inviò una lettera di dimissioni al Ministro della Pubblica Istruzione del Regno d'Italia, Francesco De Sanctis, con il quale rinunciava anche alla sua pensione di professore. Infine, ripresentatosi alla tornata elettorale, riuscì finalmente a vincere con 759 voti su 785 votanti, e stavolta la sua elezione venne convalidata. Da allora fece parte del Parlamento quasi ininterrottamente per quarant'anni, e fu più volte Presidente della Camera dei deputati.


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